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Nozze gay, l’avviso dei vescovi: “Sono come un cavallo di Troia”

Il Presidente Cei, Bagnasco, dall’assemblea dei vescovi italiani in corso ad Assisi riafferma la centralità della famiglia tradizionale.
A cura di Antonio Palma
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Nuovo affondo dei vescovi italiani contro il riconoscimento dei matrimoni gay in Italia, definiti addirittura "cavalli di troia" contro l'istituzione della famiglia. A Scagliarsi contro le nozze tra persone dello stesso sesso questa volta è il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco. "È irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove figure per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano" ha affermato infatti il presidente della Cei aprendo l’Assemblea straordinaria dei vescovi italiani ad Assisi. Con la trascrizione da parte dei Comuni di matrimoni gay celebrati all’estero, secondo Bagnasco, assistiamo a "distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di Troia di classica memoria".

"I figli hanno diritto a un papà e a una mamma"

"La famiglia, come definita e garantita dalla Costituzione, continua ad essere il presidio del nostro Paese, la rete benefica, morale e materiale, che permette alla gente di non sentirsi abbandonata e sola davanti alle tribolazioni e alle ansie del presente e del futuro" ha scandito il presidente Cei, aggiungendo: "L’amore non è solo sentimento: è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma". "Nessuno si adombri se anche a nome del Paese i vescovi ringraziano le famiglie perché sono titolo di onore e di speranza per la nostra Terra" ha proseguito Bagnasco, concludendo: "Il familismo italiano, anche se gli eccessi non fanno bene in nessuna cosa, rappresenta il forte senso della famiglia e deve renderci fieri in Italia e all’estero".

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