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Nigeria, liberate altre 234 donne da Boko Haram

L’esercito ha liberato 234 tra donne e ragazze dalla foresta di Sambisa, roccaforte dei terroristi nel nord est del Paese. Il numero complessivo di donne dichiarate liberate nel corso degli ultimi giorni sale a più di 677.
A cura di Susanna Picone
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L'esercito della Nigeria giovedì notte ha liberato altre 234 fra donne e ragazze dalla foresta di Sambisa, roccaforte dei terroristi di Boko Haram nel nord-est del paese. “Un altro gruppo di 234 donne e bambini è stato liberato tra le estremità di Kawuri e Konduga della foresta di Sambisa giovedì”, era scritto in un messaggio sull’account ufficiale Twitter del quartiere generale della Difesa nigeriana. Poco prima dell’annuncio il presidente nigeriano Goodluck Konathan aveva detto che la foresta è l’ultimo presidio dei militanti islamici e si impegnava a “consegnare una Nigeria completamente libera da roccaforti terroristiche”. Il numero complessivo di donne dichiarate liberate nel corso di questa settimana – negli ultimi giorni ne sono state liberate altre – sale così a più di 677. La liberazione delle donne rapite dai terroristi è arrivata non appena le forze armate del Paese hanno dispiegato le truppe di terra dopo raid aerei negli accampamenti della foresta di Sambisa che si crede sia l'ultimo avamposto degli estremisti islamici.

L’esercito sta verificando la loro identità – Alcune donne, da quanto è emerso, avrebbero contrastato le truppe dell'esercito, con i militanti di Boko Haram che le avrebbero usate come scudo umano armato. Alcune di loro potrebbero ormai identificarsi con gli estremisti di Boko Haram, dopo mesi di prigionia e matrimoni forzati. Non è chiaro se alcune di loro si siano unite volontariamente ai terroristi, o se siano componenti di famiglie o combattenti. L'esercito sta effettuando una verifica dell'identità delle donne liberate per cercare di capire se tra queste ci siano anche le ragazze di Chibok: il loro rapimento scatenò un'onda di commozione internazionale e diede il via ad un'imponente campagna con tanto di hashtag #bringbackourgirls, a cui parteciparono molte autorità, compresa la first lady americana Michelle Obama.

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