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Matteo Renzi: “C’è una parte del Pd che dice no a tutto”

Durante una lunga intervista a L’Espresso, il Presidente del Consiglio non lesina stoccate alla minoranza del Partito Democratico. E a Bersani dice: “La sua battaglia su dettagli della legge elettorale è incomprensibile”.
A cura di Redazione
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“La battaglia di Bersani su dettagli della legge elettorale è incomprensibile. So che nel Pd c'è una parte dice di no a tutto per principio. Faccio le riunioni? Troppo poco. Non faccio le riunioni? Vuol dire che decido da solo. Mi sembra il modello “Cara ti amo” di Elio e le Storie Tese: se resto in casa mi opprimi, se esco dici che questa casa non è un albergo…”. È questo uno dei passaggi più controversi della lunga intervista che Matteo Renzi ha rilasciato a Marco Damilano su L’Espresso, prima di partire per la Russia (dove ha incontrato Putin e reso omaggio al defunto leader dell’opposizione Nemtsov).

Una considerazione che introduce quello che sarà uno dei temi caldi delle prossime settimane: la riforma del partito che, nella lettura di Renzi, virerà verso “una strada nuova” e farà contare “nelle scelte” gli iscritti. Del resto, nell’analisi di Renzi, il panorama politico è in costante cambiamento, con la riorganizzazione a sinistra intorno a Laura Boldrini (duramente criticata per essere “uscita dal suo perimetro istituzionale”, nei suoi rilievi sulla decisione del Governo di ignorare il parere del Parlamento circa i licenziamenti collettivi nel Jobs Act) oppure da Maurizio Landini; mentre a destra si profila un asse fra Salvini e Berlusconi.

Ma l’intervista è anche il mezzo per ribadire la volontà di andare fino in fondo sui diritti civili (“Faremo una cosa di sinistra”), sulla riforma della Pubblica amministrazione (“I ministeri dovranno parlarsi di più”), sul Fisco (“recupereremo un po’ di denari anche dal Vaticano), sulla Rai (anche se assicura che “non ci sarà decreto”).

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