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“Per sposarsi in chiesa l’offerta deve essere pari a un coperto del pranzo di nozze”

Parola di monsignor Valentino Di Cerbo, vescovo della diocesi di Alife-Caiazzo (Caserta): le coppie che intendono sposarsi in chiesa non solo sono obbligate a versare un’offerta ma il religioso in un decreto ha anche indicato quanto generoso deve essere tale obolo.
A cura di Susanna Picone
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Dal 1 Ottobre 2015 cambieranno le regole nella diocesi di Alife-Caiazzo, nel Casertano. In particolare sono le coppie che hanno intenzione di unirsi in matrimonio quelle che devono fare particolare attenzione a un recente decreto firmato dal vescovo Valentino Di Cerbo. Un decreto nel quale, appunto, il vescovo casertano detta le istruzioni per le celebrazioni dei matrimoni in chiesa. Dice per esempio dove le nozze possono essere celebrate e dove, invece, sono vietate. Il vescovo riflette innanzitutto sul senso del sacramento del matrimonio, sottolineando come purtroppo “elementi di carattere culturale, una visione privatistica della vita cristiana e spinte consumistiche, tendono a oscurare il dono di Dio e ad evidenziare aspetti secondari ed estranei alla dimensione religiosa dell'evento”, fattori che secondo il religioso conducono talvolta ad abusi che è necessario evitare in ogni modo. E detta, appunto, qualche regola: dice che il matrimonio va celebrato nella parrocchia di uno degli sposi o, in via straordinaria, in alcuni Santuari della Diocesi indicati nel decreto. Sono invece vietati i matrimoni negli oratori, nelle cappelle private, nei locali degli alberghi e dei ristoranti e nei giardini. Alle coppie che provengono da altre diocesi viene invece proibito di sposarsi nelle chiese di Alife-Caiazzo di domenica o nelle feste di precetto.

L’offerta per sposarsi in chiesa pari almeno a un coperto al ristorante

Ma nel decreto di monsignor Valentino Di Cerbo si fa riferimento anche alle offerte che abitualmente gli sposi fanno alla chiesa in cui si è svolto il rito religioso. Di fatto è obbligatorio versare un obolo e gli sposi non hanno neppure la facoltà di decidere quanto dare alla chiesa. Nel decreto del vescovo si legge, infatti, che coloro che celebrano il matrimonio sono tenuti a contribuire alle necessità della comunità parrocchiale. Quanto devono offrire? Secondo il vescovo “per ragioni di giustizia e di carità si chiede che tale offerta sia equivalente almeno al costo di un coperto del banchetto di nozze per i fedeli della Diocesi di Alife-Caiazzo e di due per quelli provenienti da altre Diocesi”.

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