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Malato di Sla morto, l’associazione 11 novembre: “Governo responsabile”

Sulla morte di Raffaele Pennacchio il comitato dei disabili va all’attacco dell’esecutivo e denuncia i mesi di ritardi e le carenze di finanziamenti pubblici.
A cura di D. F.
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Mariangela Lamanna, una delle promotrici del Comitato 11 novembre, attacca frontalmente il governo dopo la morte di Raffaele Pennacchio, malato di Sla che stava lottando sotto il Ministero per ottenere finanziamenti per i disabili gravissimi: "Incontrammo Fadda (sottosegretario al ministero della Sanità, ndr) – ricorda Lamanna a Redazttore Sociale – il quale ci promise una convocazione con un certo ordine del giorno entro fine agosto, così che le associazioni potessero esaminarlo ed eventualmente modificarlo. A metà settembre, non era ancora arrivato nulla: telefonai in ministero e mi dissero che c’era una questione importante che teneva tutti impegnati in quel momento: la questione Berlusconi!". In seguito, dopo molte pressioni, “siamo stati convocati da Fadda per il 9 ottobre, con un ordine del giorno che non ci interessava affatto e che nulla aveva a che fare con i nostri bisogni: si parlava di cooperative e di distribuzione di fondi. Ma di quali fondi parliamo? Di 250 milioni, da destinare per il 30% ai disabili gravissimi?".

I ministeri, dunque, erano a conoscenza che i malati di Sla sarebbero partiti da ogni parte d’Italia per andare a Roma: “Potevano fermarci, hanno il mio numero di telefono – continua Lamanna – Bastava cambiare l’ordine del giorno e accettare d’incontrarci: Raffaele, in questo momento, poteva essere a casa sua, insieme alla moglie che, medico anche lei, lo accudisce ogni giorno”. Raffaele era arrivato a Roma insieme a un cugino, "deciso a lottare fino all’ultimo. La moglie era molto preoccupata – riferisce Lamanna – ma lo ha lasciato partire, sapendo che era pronto a tutto. Ieri sera lo ha raggiunto qui a Roma. Ora, aspettiamo che i medici ci diano il via libera per riportarlo a casa sua e salutarlo degnamente".

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