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“Lucrezia romana” in mostra a Parma: simbolo eterno di virtù, da Raffaello a Guido Reni

Numerosi artisti si sono ispirati alla leggendaria Lucrezia: la sua storia, simbolo di coraggio e virtù, raccontata a Parma in una mostra unica, da Raffaello a Guido Reni.
A cura di Federica D'Alfonso
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Parmigianino, "Lucrezia romana", particolare; Museo nazionale di Capodimonte, Napoli
Parmigianino, "Lucrezia romana", particolare; Museo nazionale di Capodimonte, Napoli

"Nocte intempesta nostram devenit domum…". Inizia così uno dei racconti più tragici e insieme gloriosi della storia antica. Inizia così, in realtà per bocca di Varrone, la narrazione delle disgrazie di Lucrezia. Fedele moglie di Collatino, è divenuta figura esemplare di virtù nei secoli a causa della sua brutale fine: violentata, sceglie di togliersi la vita per non cedere al disonore. La storia di Lucrezia è divenuta, nella letteratura e nelle arti, un topos non solo legato all'ideale virtuoso femminile, ma anche un simbolo dell'inizio della gloriosa storia della Repubblica romana: fu infatti grazie alla sua denuncia che Tarquinio il Superbo venne cacciato. Perché tornare a raccontare questa storia? Il 26 settembre a Parma ha inaugurato una mostra interamente dedicata alla figura, storica e leggendaria, di Lucrezia.

Lucrezia romana. La virtù delle donne da Raffaello a Reni” espone, fino al prossimo 8 gennaio, opere di grande valore: allestita nel Complesso della Pilotta e promossa dal Polo Museale dell’Emilia-Romagna, la mostra rende visibile al pubblico capolavori del Parmigianino, Cranach e Guido Reni, fra gli altri, oltre ad un eccezionale prestito di un disegno di Raffaello dal Metropolitan Museum of Art di New York.

Il percorso espositivo, nato da un'idea di Mario Scalini, ha come obiettivo non solo quello di ripercorrere la grande fortuna che la figura di Lucrezia ha avuto per tutto il Rinascimento e le epoche successive, ma anche di ritornare ad una storia grandiosa, frutto di fatti e leggende, quale quella dell'antica Roma.

Fra storia e leggenda

Sandro Botticelli, Storie di Lucrezia (1500-1504), Isabella Stewart Gardner Museum, Boston
Sandro Botticelli, Storie di Lucrezia (1500-1504), Isabella Stewart Gardner Museum, Boston

Il marito allora le chiede: "Tutto bene?". Lei gli risponde: "Come fa ad andare tutto bene a una donna che ha perduto l'onore? Nel tuo letto, Collatino, ci son le tracce di un altro uomo: solo il mio corpo è stato violato, il mio cuore è puro e te lo proverò con la mia morte. Ma giuratemi che l'adultero non rimarrà impunito. Si tratta di Sesto Tarquinio: è lui che ieri notte è venuto qui e, restituendo ostilità in cambio di ospitalità, armato e con la forza ha abusato di me. Se siete uomini veri, fate sì che quel rapporto non sia fatale solo a me ma anche a lui."

Tito Livio riporta così la vicenda di Lucrezia, nella celeberrima "Ab Urbe condita libri". Una vicenda mista ormai di storicità e leggenda, legata alla mitica cacciata dei Tarquini da Roma e alla conseguente nascita della Repubblica. Moglie di Collatino e famosa per la sua fedeltà integerrima, secondo la leggenda Lucrezia diviene oggetto delle brame di Sesto Tarquinio, figlio del Superbo. Colpito dalla bellezza e dalla provata castità, l'uomo s'invaghisce perdutamente di lei e decide di prenderla, a tutti i costi.

Enea Vico, Tarquinio viola Lucrezia (XVI secolo); Bologna, Pinacoteca Nazionale
Enea Vico, Tarquinio viola Lucrezia (XVI secolo); Bologna, Pinacoteca Nazionale

Accolto da Lucrezia che non sospetta le sue reali intenzioni, una sera Sesto si reca nella sua stanza immobilizzandola con la spada e chiedendo quello che lei, mai, avrebbe ceduto. Spaventata dalle minacce però, la donna cede. Macchiata dal disonore e devastata per l'accaduto, Lucrezia confessa tutto a suo marito e subito dopo si trafigge il petto con un pugnale. Collatino e Lucio Giunio Bruto decidono di vendicarla provocando e guidando una sommossa popolare che caccia i Tarquini da Roma: così, secondo la leggenda, nasce la res publica romana, i cui primi due consoli furono proprio Lucio Tarquinio Collatino e Lucio Giunio Bruto.

Lucrezia nell'arte

Raffaello Sanzio, Lucrezia (1508-1511), the Metropolitan Museum of Art
Raffaello Sanzio, Lucrezia (1508-1511), the Metropolitan Museum of Art

La triste storia di Lucrezia ha ispirato per secoli scrittori e artisti di ogni nazionalità. Ma è nella pittura che questo straordinario “esempio di virtù” ha trovato la sua piena realizzazione: la mostra, attraverso una galleria di capolavori che vanno da Raffaello a Guido Reni, passando per Filippino Lippi, Israhel Van Meckenem, Lucas Cranach il Giovane e Daniel Hopfer, fra gli altri, intende ripercorrere la fortuna del tema, leggendone le varianti letterarie, simboliche e pratiche sia in Italia che Oltralpe. Il susseguirsi ininterrotto degli oltre trenta capolavori sottolinea da un lato l'eccezionale evoluzione del gusto nel giro di pochissimi anni, dall'altro la permanenza di un tema di così forte impatto emotivo anche in artisti considerati molto lontani fra loro. Oltre ad essere un modo per rileggere, declinandolo al presente, un tema forte quale quello della violenza.

Un esempio per la contemporaneità

È stato lo stesso Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, nel presentare la mostra, a descriverla come un'occasione di riflessione sulla violenza, in particolare quella sulle donne. Franceschini ha spiegato come in epoca antica:

L'utilizzo che se ne faceva era prevalentemente politico: iconograficamente, nel Rinascimento e nel Barocco, nei palazzi pubblici e nobiliari gli affreschi, i dipinti e le sculture proponevano come exempla virtutis la storia delle origini di Roma. L'intento era di esprimere simbolicamente e allegoricamente modelli di integrità morale.

Ma che ancora oggi "i soprusi, le aggressioni, le intimidazioni fisiche e morali figlie di una aberrante mentalità maschile sono purtroppo una triste realtà quotidiana. Serve repressione, da esercitare con severità e senza alcuna indulgenza, ma serve soprattutto la cultura: bisogna diffondere una concezione basata sul rispetto della donna, sulla dignità e parità, a cominciare dalla scuola e dalla società civile. La figura di Lucrezia Romana, della quale nell'esposizione potrete ripercorrere raffinate rappresentazioni, oggi deve significare soprattutto questo".

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