108 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Legge elettorale, che cos’è il “sistema tedesco” che piace a Pd e M5S

Nel corso delle ultime ore sembra che Pd, M5S e Forza Italia abbiano raggiunto un’intesa sulla legge elettorale: nonostante le iniziali rimostranze di Matteo Renzi, favorevole al maggioritario in ottica di governabilità, il sistema tedesco di tipo proporzionale sembra mettere tutti d’accordo. Ma quali sono le caratteristiche di questo tipo di legge elettorale?
A cura di Charlotte Matteini
108 CONDIVISIONI
Immagine

UPDATE Nel corso della settimana il Partito Democratico darà luogo a una serie di incontri con le altre forze politiche per discutere della legge elettorale. Nel corso del pomeriggio di lunedì 29 maggio la delegazione del Pd composta dai dem Ettore Rosato, Luigi Zanda ed Emanuele Fiano ha incontrato la delegazione del Movimento 5 Stelle composta dai parlamentari Roberto Fico, Danilo Toninelli e Vito Crimi. L'incontro, durato circa una ventina di minuti, ha avuto esito positivo, stando alle dichiarazioni degli esponenti del Partito Democratico. "Abbiamo consegnato la nostra proposta di legge elettorale, così come votata dagli iscritti del Movimento 5 Stelle. Il nostro obiettivo è quello di evitare che i partiti partoriscano l'ennesima legge incostituzionale, dopo il Porcellum e l'Italicum. Adesso chiediamo a tutte le altre forze di assumersi le loro responsabilità davanti ai cittadini. Se lo faranno seriamente, in breve tempo, potremo finalmente dare al paese, dopo quasi dodici anni, una legge elettorale rispettosa della Costituzione", hanno invece dichiarato i 5 stelle attraverso una nota stampa congiunta.

Nel corso degli ultimi giorni si parla spesso del cosiddetto "sistema tedesco". Il sistema tedesco, proposto dal Partito Democratico qualche settimana fa – prima di essere temporaneamente accantonato in favore del Rosatellum – è un proporzionale che metterebbe d'accordo sia Forza Italia, che da sempre punta al proporzionale puro, sia il Movimento 5 Stelle che proprio ieri ha dato il via libera all'approvazione, a patto però che all'accordo sulla legge elettorale con le altre forze politiche seguano le elezioni anticipate al 10 di settembre. Ma che cos'è questo "sistema tedesco" in sostanza e quali sono le sue caratteristiche primarie?

Com'è facilmente intuibile dal nome, il sistema tedesco altro non è che la legge elettorale utilizzata in Germania per eleggere i rappresentanti del Bundestag. Il sistema tedesco è un modello su base proporzionale e sostanzialmente prevede che metà dei parlamentari siano eletti in collegi, ma i seggi distribuiti invece in base ai voti ottenuti dalle varie liste in quota proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%, il che tradotto significa che le liste che raccolgono meno del 5% di preferenze non avranno rappresentanti in parlamento e quei seggi, dunque, verranno redistribuiti tra i partiti che sorpassano la soglia minima.  Al netto di eventuali future coalizioni, se la soglia di sbarramento dovesse rimanere tale in Italia, come si vocifera da tempo, stando agli attuali sondaggi rimarrebbero fuori dal parlamento italiano partiti come Sinistra Italiana, Alternativa Popolare, Articolo 1 – Mdp e Fratelli d'Italia.

Il sistema elettorale tedesco è un sistema che per metà prevede l'elezione in collegi uninominali e maggioritari con un proporzionale a livello nazionale che determina gli equilibri del Bundestag, l'unica camera direttamente elettiva del parlamento tedesco, composta da almeno 598 membri. Ogni elettore deve esprimere due voti, chiamati  erststimme e zweitstimme. L'erststimme è il voto maggioritario e uninominale. In ognuno dei 299 collegi in cui è diviso il territorio nazionale tedesco, viene eletto solo il candidato più votato, anche solo con la maggioranza relativa. Gli altri 299 seggi vengono attribuiti attraverso un sistema proporzionale su base nazionale, con il zweitstimme. La percentuale di voti ottenuta nel zweitstimme dal partito determina il numero di seggi a cui quel partito ha diritto.

Il sistema tedesco, però, non è interamente applicabile in Italia in quanto alla base del meccanismo è prevista una crescita variabile dei seggi rapportata ai voti raccolti nei collegi. Se una lista ottiene più seggi di quanti gliene spetterebbero in quota proporzionale, in Germania è previsto l'aumento dei seggi in parlamento, mentre in Italia questo meccanismo non solo non esiste, ma è inapplicabile. Altra caratteristica del sistema tedesco è il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato non direttamente collegato alla lista. Anche questa possibilità sembra non sarà in realtà introdotta in Italia. Infine, in Germania è prevista la cosiddetta "sfiducia costruttiva" che prevede l' impossibilità di negare a fiducia a un esecutivo qualora non si sia pronti a concederla a un nuovo governo. Questo meccanismo non è previsto dalla carta costituzionale italiana.

Sostanzialmente in Italia si pensa a introdurre una legge elettorale simil-tedesca con sbarramento al 5% e liste in quota proporzionale corte, con i nomi di tutti i candidati sulla scheda, come dichiarato dall'onorevole Parrini del Partito Democratico. Come spiega un'infografica realizzata dal Corriere della Sera, il sistema tedesco italianizzato funzionerebbe così:

Immagine

Il parere del politologo D'Alimonte sul sistema tedesco: attenzione alla soglia di sbarramento

Come spiegato sul Sole24Ore dal politologo ed esperto di sistemi elettorali Roberto D'Alimonte, il sistema tedesco è un sistema 100% proporzionale, decisamente differente dal Mattarellum che fino a pochi mesi fa sembrava essere in lizza per il ritorno in auge. "In Germania la soglia del 5% è uno strumento potente e con la soglia al 5% prenderebbero seggi solo i ‘magnifici quattro': Pd, M5S, Lega Nord e Forza Italia. Di per sé questo non è un male. Sarebbe una drastica e salutare semplificazione del quadro politico. Una cosa mai vista in Italia dal 1946. Chissà se la Consulta avrà qualcosa da ridire. L'Italicum da questo punto di vista era meno distorsivo. Con tanti partiti che non arrivano al 5% i magnifici quattro sarebbero sovrarappresentati", sottolinea il professor D'Alimonte.

"C'è poi un problema di coalizione di governo. Con i dati di oggi ci sarebbero due coalizione che si contenderebbero la maggioranza assoluta dei seggi. Il fatidico 51% potrebbe andare a Pd e Forza Italia, ma anche a M5S e Lega. Potrebbe essere una roulette. Proprio l'esito che la cancellazione del ballottaggio dell'Italicum voleva scongiurare", prosegue il politologo.

Qualora invece si procedesse con un abbassamento della soglia di sbarramento al 2,5% "sarebbero invece otto i partiti rappresentati in Parlamento – con l'ingresso anche di Fratelli d'Italia, Mpd, Ap, Sinistra Italiana – e si ridurrebbe il rischio di una possibile maggioranza M5S-Lega Nord", ma si indebolirebbe Pd e Forza Italia rendendo necessaria una coalizione tra Berlusconi e i partiti a sinistra del Pd", spiega D'Alimento, aggiungendo che "il tedesco non è la panacea dei nostri problemi di governabilità post-referendum costituzionale a condizione che resti un tedesco vero e non un tedesco in salsa italiana ad esempio con l'escamotage delle vittorie nei collegi. Questo perché senza la soglia al 5% il tedesco in salsa italiana sarebbe il trionfo della rappresentatività e il funerale della governabilità".

108 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views