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Legge di stabilità al Senato: ok di Grasso, voto entro il 20 novembre

Calendarizzata al Senato la legge di stabilità: il voto finale il 20 novembre. Poi la palla passerà alla Camera dei deputati.
A cura di Redazione
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Questa mattina il Presidente del Senato Grasso ha relazionato in Aula sulla legge di stabilità 2016, aprendo sostanzialmente la sessione di bilancio e la discussione parlamentare della manovra presentata dal Governo Renzi. Grasso ha comunicato che, dopo l’analisi effettuata dalla Presidenza e dal Centro Studi, la “legge di stabilità appare complessivamente in linea con le prescrizioni della legge di contabilità e di finanza pubblica”. Fa eccezione solo l’articolo 33 comma 5, che riguarda l’osservatorio per i servizi pubblici locali, che dunque è stato stralciato dal testo e potrà essere ripresentato in altra “forma”.

Il calendario della Legge di stabilità 2015

I due disegni di legge, “"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)" e "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018”, passano così all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che avrà tempo fino al 13 novembre (mentre gli emendamenti potranno essere presentati entro il 7 novembre); parallelamente le altre Commissioni dovranno terminare le loro valutazioni entro il 4 novembre e fornire pareri alla Commissione Bilancio. Dal 16 novembre il testo passerà poi all’esame dell’Assemblea (ci sarà tempo fino al 13 novembre per presentare gli emendamenti in Aula), che dovrà licenziare il testo entro il 20 novembre.

Il Contenuto della legge di stabilità

Si tratta di una manovra che vale 26,5 miliardi di euro, finanziata in larga parte con la leva del deficit: 14,6 miliardi di euro arriveranno infatti tramite l’aumento del deficit, con il rapporto deficit / Pil portato al 2,2%; la spending review varrà solo 5,8 miliardi di euro (vedremo quali saranno i ministeri), mentre altri 3,1 miliardi dovrebbero arrivare da "nuovi efficientamenti”; altre risorse arriveranno dal settore dei giochi e dal rientro dei capitali attraverso la voluntary disclosure.

Ben 16,8 miliardi di euro serviranno a disinnescare le clausole di salvaguardia previste dalle precedenti disposizioni legislative (per bloccare aumento di Iva e accise), 3,7 miliardi serviranno per l’abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa, circa 400 milioni serviranno a eliminare l’Imu agricola e oltre 500 quella sugli imbullonati. Qui la scheda completa.

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