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La Street Art per la prima volta in mostra in un museo: accade al MACRO di Roma

La nascita, l’evoluzione, le forme e i colori della Street Art entrano per la prima volta in un museo: 40 anni di storia del fenomeno in mostra al MACRO, fra installazioni e testimonianze fotografiche.
A cura di Federica D'Alfonso
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Obey al Wynwood Walls nel 2009
Obey al Wynwood Walls nel 2009

Fino al 1 ottobre 2017 il MACRO mette in mostra la Street Art: con “Cross the Streets” il Museo d'Arte Contemporanea di Roma apre le porte ad uno dei fenomeni artistici più dinamici e controcorrente di sempre, tentando si ricostruirne le origini, i temi e le modalità espressive che lo caratterizzano.

Il MACRO di Roma ospita già numerosi interventi permanenti di street artist come Bros, Azmo e Sten&Lex, ma con questo progetto, curato da Paulo Lucas von Vacano, le sale del museo sono state letteralmente “invese dalla strada”: attraverso un percorso che unisce testimonianze e opere “del passato” e realizzazioni site specific create appositamente per la mostra, si tenta una vera e propria analisi della Street Art in tutte le sue forme.

Si tratta di una vera e propria “storicizzazione” di un fenomeno di attualità come quello del Writing e dell'arte urbana, che da fenomeno di controcultura è divenuto, specie negli ultimi anni e attraverso i social, un evento condiviso a livello globale, che raggiunge un pubblico sempre più variegato e ampio.

Scopo della mostra è quello di indagare l'arte urbana in tutte le sue forme e il modo in cui ha influenzato e influenza ancora l'immaginario collettivo: il percorso espositivo indaga la nascita e lo sviluppo di pratiche e tecniche diverse che, dal Writing ai Graffiti al Muralismo, hanno ormai contaminato tutti i campi artistici, dalla moda alla fotografia fino al cinema.

Attraverso una vastissima selezione di opere ed artisti, “Cross the Streets” tenta di ricostruire, attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, le origini, i motivi e i linguaggi dell'arte di strada. “La rivoluzione avviene quando la strada entra nel museo e il museo si trasferisce nella strada. Chi sopravvive alla strada governa il mondo!”: con queste parole il curatore, von Vacano, spiega l'ambizioso progetto. Portando effettivamente i “sopravvissuti” della strada nel museo romano: da WK Interact al francese Invader, passando per Mike Giant, Koralie e Galo, la mostra propone uno sguardo nuovo, il primo davvero organico, su questo vastissimo fenomeno.

I famosissimi "omini" in movimento di Keith Haring
I famosissimi "omini" in movimento di Keith Haring

Se da un lato le opere site specific, pensate e realizzate appositamente per il Macro da alcuni fra i writer e gli street artist più conosciuti della scena internazionale danno il senso di un'arte “in divenire”, dall'altro gli importanti contributi fotografici e le opere, molte delle quali mai viste prima in Italia, permettono di contestualizzare e individuare i temi e le riflessioni che hanno guidato l'arte di strada in oltre 40 anni: uno spazio importante è dedicato a Obey the Giant, con oltre trenta pezzi mai esposti a Roma, e uno altrettanto di rilievo è riservato a Keith Haring.

Ad Haring, padre “spirituale” della Urban Art, è dedicata la testimonianza fotografica di Stefano Fontebasso De Martino e curata da Claudio Crescentini, che espone una serie di fotografie relative all'opera che Keith Haring realizzò nel 1984 sul Palazzo delle Esposizioni e che venne successivamente “cancellata” per l’arrivo del Presidente Gorbaciov a Roma. Tanti altri sono gli artisti coinvolti, sia direttamente che indirettamente: dal tedesco Daim al re delle tecniche 3D Chaz Bojourquez, passando per gli stencil di Lucamaleonte e per il pop surrealism di Ray Caesar, Mark Ryden e Marion Peck.

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