La Lettonia entra nell’euro, ma la metà dei cittadini è contraria

Con l’arrivo del 2014 la Lettonia diventerà il diciottesimo Paese dell'area euro. Dal 1 gennaio quindi anche i lettoni potranno usare la moneta unica europea, come stabilito nello scorso giugno dalla Commissione europea. L’abbandono del Lat, la moneta del Paese baltico entrata in vigore dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica, però non è stata accolta favorevolmente dalla maggioranza della popolazione lettone. Nonostante il passaggio all’euro sia stato accolto come un trionfo dai politici, il  58% dei lettoni è contrario alla scelta e solo il 20% ha salutato con favore l’adozione della moneta unica europea. Come rivela un sondaggio recente, infatti, la maggioranza della popolazione del Paese Baltico ha  paura che l’entrata nell’eurozona possa portare ad un aumento dei prezzi e quindi del costo della vita e ad una cessione di parte della sovranità nazionale. A cavalcare la paura alcuni movimenti filo-russi e il maggior partito nazionalista del Paese che hanno spinto per un referendum sull’euro. Il capo dello Stato, Andris Berzins, però si è detto contrario sottolineando che i cittadini nel 2003 votando per l’ingresso nell’Ue, hanno già fatto la loro scelta sulla moneta unica.

Soddisfazione delle autorità europee – Le autorità locali comunque hanno promesso che vigileranno attentamente affinché non ci sia un aumento indiscriminato dei prezzi e hanno obbligato già da ottobre i commercianti a esporre il prezzo in entrambe le valute. Grande soddisfazione per l’entrata nell’eurozona della Lettonia è stata espressa dal presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, e dal vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn. “E' un evento importante  non solo per la Lettonia ma per la zona euro stessa che rimane stabile, attrattiva e aperta a nuovi membri” ha dichiarato Barroso. “Voglio dare un benvenuto molto caloroso alla Lettonia nell’euro, gli sforzi hanno pagato e la forte ripresa economica del Paese offre un chiaro messaggio di incoraggiamento ad altre capitali europee che devono proseguire con un adeguamento economico difficile” è stato invece il commento di Olli Rehn .