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La cisti più grande della storia della medicina trovata nel cervello di una bimba 12enne

Nita Juggi, 12enne indiana, soffriva di emicranie fortissime e spossatezza. Gli esami a cui si è sottoposta, hanno lasciati scioccati i medici. Fortunatamente l’operazione a cui si è sottoposta è andata bene. La giovane è già tornata a casa.
A cura di B. C.
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Nita Juggi ha sofferto di crisi epilettiche, mal di testa e spossatezza per più di due anni, e nel corso degli ultimi 12 mesi ha subito una paralisi lungo il lato destro del suo corpo. I medici hanno scoperto che la bimba, 12 anni, originaria della zona di Gujarat, in India centrale, aveva una cisti grossa quasi la metà del suo cervello: secondo gli esperti sarebbe la più grande nella storia della medicina. Il padre, Kishor Parbat Jogi, 45enne, contadino, aveva fatto controllare la figlia da molti medici nel corso del tempo, ma le condizioni di Nita non miglioravano mai. “Nessuno riusciva a capire cosa avesse, ma erano tutti esperti di neurochirurgia” ha spiegato l’uomo. “Stava sempre peggio” ricorda il padre, che, insieme alla moglie Sarla, 40 anni, ha altri tre figli. Fortunatamente la famiglia di Nita ha conosciuto il dottor Chirag Solanki, neurochirurgo all'ospedale Sterling.

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Dopo lunghi esami e una risonanza magnetica, nel suo cervello è stata trovata una cisti del peso di 675 grammi, di 12,2 centimetri x 11cm x 9,8 centimetri di dimensione. “Credo che stesse crescendo nel suo cervello da 8 anni, influiva praticamente su ogni sua attività quotidiana, causandole forti emicranie” ha detto l’esperto. “C’era la possibilità che potesse arrivare ad ucciderla” ha aggiunto.

Una cisti idatidea è una infestazione da parassiti causata dal verme solitario intestinale. La forma più comune è l’Echinococcus granulosa, e può infestare soprattutto gli animali erbivori come i bovini o gli ovini e poi essere trasferita ai carnivori, come cani e gatti. E’ probabile che la 12enne sia stata infettata mangiando del cibo di derivazione animale contaminato dal parassita.

L’operazione a cui è stata sottoposta Nita è andata molto bene. Dopo due settimana, la ragazzina è potuta tornare a casa. “Ho venduto i gioielli di mia moglie per pagare per l'intervento chirurgico. Siamo molto povero e non aveva altro modo per pagare così abbiamo dovuto vendere qualcosa di prezioso” ha spiegato il padre. “L’importante però è che mia figlia sia tornata alla normalità. Ringrazio Dio se oggi sta meglio”.

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