93 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La bandiera dell’Isis sventola a San Pietro (ma è solo una provocazione)

L’ultimo numero della rivista Dabiq mostra in copertina la bandiera nera dello Stato Islamico sventolare sull’obelisco di Piazza San Pietro.
A cura di Davide Falcioni
93 CONDIVISIONI
Immagine

La bandiera nera dell'Isis sventola sull'obelisco di Piazza San Pietro: per fortuna è solo una provocazione, ma a lanciarla sono stati proprio i miliziani dello Stato Islamico sull'ultimo numero della rivista Dabiq. La copertina del periodico mandato in stampa dal gruppo jihadista mostra la bandiera nera sventolare sull'obelisco e nel titolo parla di "crociata fallita", in riferimento ai raid aerei portati dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. I fondamentalisti islamici sono soliti definire gli occidentali come crociati o romani, mentre Barack Obama viene ripetutamente indicato come il "leader del male". L'Isis inoltre parla di "danni collaterali" in riferimento alle vittime musulmane dell'offensiva in Iraq e Siria, parafrasando la stessa definizione che viene data dagli Stati Uniti ai morti civili provocati dai raid aerei.

Daquib, rivista che punta a reclutare nuovi miliziani in Occidente

Il nome della rivista – Daquib – ha un valore fortemente simbolico: si tratta infatti della regione che nel lontano 1516 fu teatro della battaglia finale che vide gli ottomani avere la meglio sui Mamelucchi, rafforzando quello che viene considerato l'ultimo califfato della storia a cui si ispira al Baghdadi, leader dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. La rivista è stata pubblicata in diverse lingue europee e rappresenta solo uno degli strumenti utilizzati dall'Isis per la sua propaganda: lo scopo è quello di reclutare nuovi combattenti per la "guerra santa". Quello da poco pubblicato è il quarto numero della rivista, che conta un centinaio di pagine ed è corredata da fotografie di combattimento, presumibilmente estratte dai videogame.

Chi gestisce la strategia comunicativa dell'Isis

Gli esperti sostengono che la rivista Daquib rappresenti solo l'ultimo anello della strategia comunicativa dell'Isis, che rispetto al passato ha fatto la differenza proprio per l'utilizzo di innumerevoli mezzi di propaganda. Il "cartaceo" è solo un esempio: sono infatti attive pagine facebook e siti internet dedicati. Dietro la svolta comunicativa dello Stato Islamico ci sarebbe Ahmad Abousamra, cittadino americano (con cittadinanza anche siriana) cresciuto in una famiglia benestante di Boston. Si tratta di unn 33enne nato a Parigi nel 1981, trasferitosi negli USA dove ha conseguito una laurea in informatica. Abousamra si è poi convertito all’islam ed ha deciso di mettere le sue competenze a disposizione dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, che di fatto ha mutato radicalmente le sue abitudini comunicative utilizzando massicciamente sia i social network che Youtube.

93 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views