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L’Unità: domani ultimo giorno in edicola. Renzi: “Se fosse del PD non chiuderebbe”

I liquidatori fermano le rotative per il giornale fondato da Antonio Gramsci che dal 1 agosto sparirà dalla circolazione. Ufficialmente è una “sospensione delle pubblicazioni”, ma al momento la crisi in cui versa la storica testata, già organo del Partito Comunista, non lascia intravedere spiragli. Renzi: “L’Unità non è nella mia disponibilità né in quella del Pd. Se lo fosse, non chiuderebbe”.
A cura di Redazione
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L'Unità, il giornale fondato il 12 febbraio 1924 da Antonio Gramsci dal primo agosto non sarà più in edicola. Quella di domani, 30 luglio sarà dunque l'ultima copia del giornale, storico organo del Partito Comunista Italiano prima, del Partito della Sinistra e dei Democratici di Sinistra poi (l'organo ufficiale del Partito Democratico è, invece, il giornale "Europa"). Ad annunciare lo stop sono stati i liquidatori della testata, edita dal 2011 dalla Nuova Iniziativa Editoriale (Nie) che fa riferimento all'imprenditore sardo Renato Soru e della quale quote di capitale sono detenute anche dal Pd. Secco, il comunicato che annuncia l'addio alle edicole: "I liquidatori di Nuova Iniziativa Editoriale Spa in liquidazione, società editrice de L'Unità, a seguito dell'Assemblea dei soci tenutasi in dato odierna comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1 agosto 2014". Quello che secondo il Comitato di redazione del giornale doveva essere "il giorno della verità", quello in cui "i soci della Nie e i liquidatori dovranno assumersi la responsabilità sul futuro del giornale" si è trasformato dunque nel giorno di un amara fase, una delle tante attraversate dal quotidiano fondato da Gramsci che nell'anno del novantesimo anniversario della sua fondazione sta attraversando una delle sue più gravi crisi finanziarie. Nei giorni scorsi i redattori avevano diffuso un video appello al governo di Matteo Renzi.

"Ieri abbiamo avuto un ulteriore incontro con i rappresentanti dell’Editoriale Novanta – avevano scritto i giornalisti del CdR -. In questo incontro è emersa la concreta possibilità di aprire un confronto costruttivo per una rapida conclusione delle intese necessarie a garantire la continuità aziendale, la salvaguardia dei livelli occupazionali e il pagamento delle spettanze arretrate dei lavoratori. In questi mesi – continuava la nota – pur non ricevendo stipendi, abbiamo garantito l’uscita in edicola de l’Unità, tutelando così il patrimonio della testata e il rapporto con la comunità dei nostri lettori. Lo stesso senso di responsabilità chiediamo oggi a chi è chiamato a prendere decisioni che riguardano la vita del quotidiano fondato novant’anni fa da Antonio Gramsci". Polemico, il vicedirettore Pietro Spataro che su Twitter non ha risparmiato una stoccata polemica anche al governo di Matteo Renzi.

Il comunicato del CdR dell'Unità e la dichiarazione di Matteo Renzi

Subito dopo la notizia diffusa dai liquidatori, i giornalisti hanno reso noto questo comunicato: "Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità. I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un'ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell'editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico". "È sorprendente – commenta poi in serata Luca Lando', direttore del quotidiano – che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione per L'Unità: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago, socio di maggioranza della Nie in liquidazione, che aveva proposto di affittare e poi acquistare il ramo d'azienda". "Purtroppo l'Unità non è nella mia disponibilità né in quella del Pd. Se lo fosse, non chiuderebbe". Lo scrive su twitter il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rispondendo ad un tweet di un giornalista che scriveva: "L'Unità, il giornale fondato da Gramsci, non può e non deve essere nella disponibilità del pdnetwork e di Matteo Renzi".

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