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L’Isis distrugge il Tetrapilo di Palmira, sfregiato un altro gioiello di epoca romana

I militanti dell’Isis hanno distrutto la facciata del teatro romano e il Tetrapilo nella città di Tadmu, l’antica città siriana di Palmira, nota per il sito archeologico patrimonio dell’umanità. A riferirlo un’agenzia di stampa ufficiale siriana.
A cura di Redazione Cultura
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Tetrapilo di Palmira
Tetrapilo di Palmira

I militanti dell'Isis hanno distrutto la facciata del teatro romano e il Tetrapilo nella città di Tadmu, l'antica città siriana di Palmira, nota per il sito archeologico patrimonio dell'umanità. Lo riferisce l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, che cita "fonti della società civile". Il Tetrapilo, di epoca romana, è considerato uno dei ‘gioielli' del sito di Palmira. I jihadisti dell'Is hanno nuovamente occupato lo scorso dicembre la città che si trova nella provincia di Homs, nella Siria centrale, dopo che a marzo le forze di Damasco avevano ripreso il controllo della zona.

Ennesimo scempio, nella martoriata città siriana. Come la distruzione di qualche tempo fa dell’Arco di Trionfo. A farlo sapere era stato Maamun Abdulkarim, direttore delle Antichità di Damasco. L'esercito dello Stato Islamico aveva conquistato il sito archeologico nel maggio 2015 e nel successivo 19 agosto aveva decapitato l'archeologo custode del sito, Khaled Assad.

Solo qualche mese fa, invece, avevamo documentato la rinascita dei tesori distrutti a Palmira con il progetto “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira”, che dal 7 ottobre all'11 dicembre porta nel Colosseo una parte dei beni archeologici distrutti dall'ISIS nell'estate 2015: il Toro di Nimrud, il Tempio di Palmira e la sala dell'archivio di Stato del Palazzo di Ebla.

Lo stesso presidente Mattarella, all'inaugurazione del 6 ottobre scorsa, aveva spiegato: “La mostra è bellissima, ma il significato è prevalente, è un segno di solidarietà. Dimostra che la cultura non ha confini, è un patrimonio comune, è un segno di civiltà contro l’oscurantismo e anche un segno di speranza. Si può ricostruire quello che l’inciviltà ha distrutto”. “Il Colosseo è il sito più visitato nel nostro Paese da italiani e stranieri” ha poi spiegato il Soprintendente per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma Francesco Prosperetti. “Con Rinascere dalle distruzioni lanciamo un messaggio globale sulla importanza del patrimonio culturale e del suo valore identitario, sulla necessità di proteggerla, curarla, restaurarla, in alcuni casi di ricostruirla”.

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