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Istat: “Siamo in deflazione, non accadeva dal 1959”

L’istituto di statistica rivela che nel mese di agosto siamo entrati in deflazione: colpa principalmente del calo del prezzo dei carburanti.
A cura di Davide Falcioni
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Italia in deflazione per la prima volta dal 1959, ovvero da oltre 50 anni. Secondo l'Istat infatti nel mese di agosto i prezzi al consumo nelle prime stime ha segnato una flessione dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (era +0,1% a luglio). Si tratta, come detto, di un evento di portata storica e l'istituto di statistica ricorda come nel '59 la variazione dei prezzi risultò negativa dell'1,1%, in una fase di 7 mesi di tassi negativi.

L'istituto di statistica spiega che la dinamica tendenziale va imputata principalmente all'accentuarsi della flessione del costo dei carburanti. I prezzi dei beni energetici non regolamentati, infatti, sono diminuiti dell’1,2% rispetto al 2013 (dal +0,4% di luglio), con la benzina in calo dello 0,9% e il gasolio dell’1,7%. Al netto dei beni energetici l'inflazione cresce e raggiunge lo 0,4%, mentre l'"inflazione di fondo", al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, scende allo 0,5% (dallo 0,6% del mese precedente). La deflazione è arrivata anche nel carrello della spesa: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una variazione congiunturale nulla e una flessione tendenziale (-0,2%) meno ampia di quella rilevata a luglio (-0,6%). L’inflazione acquisita per il 2014 sale allo 0,4% dallo 0,3% di luglio.

Ma come va interpretata questa notizia? Il calo dei prezzi sarebbe di per sé una buona notizia per i consumatori, ma affiancata a una disoccupazione in crescita e a un'economia in recessione il risultato può essere un "disastro": molti economisti, infatti, hanno ricordato come un evento simile in Giappone si tradusse in una crisi lunga 20 anni, in quanto la mancata crescita dei prezzi può avere, come conseguenza, una paralisi dell'intero sistema economico.

In questo quadro Coldiretti ha diramato i dati relativi al settore agricolo, con la frutta fresca che ha fatto segnare il più importante crollo dei prezzi (-7,5%) rispetto all'anno scorso: "Gli effetti negativi della spirale recessiva tra deflazione e consumi si evidenzia nell'ortofrutta con il crollo – sottolinea l'associazione di categoria – degli acquisti degli italiani che nel 2014 sono sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia, un valore inferiore a quelli raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, mettendo a rischio le imprese e la salute consumatori ed il reddito delle imprese". In generale "l'andamento dei prezzi riflette – continua la Coldiretti – una situazione difficile sul lato degli acquisti alimentari che nel 2014 hanno toccato il fondo e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base di una analisi Coldiretti dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell'Istat".

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