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Influenza, un anziano su due non si vaccina. Iss: “Colpa dei falsi allarmi”

Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: “La causa del trend negativo è dovuto in parte a falsi allarmi legati a presunti danni da vaccino o impurità presenti in alcuni lotti. In nessun caso, questi allarmi sono stati confermati”.
A cura di Davide Falcioni
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La campagna "contro" le vaccinazioni messa in campo negli ultimi mesi sta sortendo non pochi effetti: oltre un anziano su due, infatti, ha decido di non sottoporsi alla profilassi contro l'influenza stagionale, mettendo seriamente a rischio la propria salute. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità siamo tornati ai livelli dei primi anni 2000, quando le vaccinazioni erano decisamente basse. Per questo l'ente ha lanciato un appello urgente a provvedere a sottoporsi al trattamento.

"Il trend delle vaccinazioni – avverte l'Iss – è decisamente negativo negli ultimi cinque anni, con un decremento di sei punti percentuali nella popolazione generale". I dati parlano chiaro: nella stagione 2009/2010 si attestava infatti al 19,6% contro il 13,6% del 2014/2015. Due punti percentuali netti sono stati persi lo scorso anno. La copertura nel 2013/2014 si attestava, infatti, al 15,6%. Sei punti in meno che fanno un'enorme differenza: ogni "non vaccinato" infatti rischia di innescare un processo a catena di contagi, il cosiddetto "effetto gregge".

Le vaccinazioni tra gli anziani sono quindi in netto calo: la copertura vaccinale negli anziani, che era al di sotto del 50% prima del 2000, era arrivata al 68,3% nel 2005/2006, per poi iniziare una flessione, ma restando al di sopra del 60% fino al 2011/2012, per poi crollare dal 55,4% del 2013/2014 al 48,6% del 2014/2015. "La causa del trend negativo è dovuto in parte a falsi allarmi legati a presunti danni da vaccino o impurità presenti in alcuni lotti – afferma Walter Ricciardi, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità -. In nessun caso, questi allarmi sono stati confermati. Anzi, ci sono diversi studi che mostrano un effetto protettivo del vaccino, sia fra i bambini di età compresa fra i 6 mesi e i 2 anni (per i quali comunque la vaccinazione non viene raccomandata in Italia) che nelle persone a rischio di complicanze. In particolare, oltre a ridurre il rischio diretto di gravi complicanze, talvolta letali, insorgenti nel corso di un attacco influenzale, il vaccino è in grado di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, come mostrato da studi sperimentali ed osservazionali condotti in diversi gruppi di popolazione".

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