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In carcere per 14 mesi ingiustamente. Presenta il conto: 500 mila euro

Vittorio Colitti junior era stato accusato insieme al nonno per l’uccisione del politico salentino dell’Idv, Giuseppe Basile. Assolto con formula piena, ha chiesto allo Stato un risarcimento da 500mila euro per i 14 mesi trascorsi ingiustamente dietro le sbarre.
A cura di B. C.
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Era innocente, ma ha trascorso per oltre un anno dietro le sbarre per un omicidio che non ha mai commesso. L'ennesimo caso di malagiustizia italiana arriva dalla provincia di Lecce. Vittorio Luigi Colitti, 23 anni di Ugento è rimasto in carcere per quattordici mesi con l’accusa di avere ucciso cinque anni fa, in concorso con suo nonno, Giuseppe Basile,  consigliere dell’Italia dei Valori. Ora il ragazzo ha presentato il conto allo Stato: mezzo miliardo di euro per l’ingiusta detenzione. Lo scorso maggio infatti i giudici lo hanno definitivamente riconosciuto innocente. E un risarcimento gli è dovuto scrive l’avvocato Francesca Conte. “L’auspicio é che il risarcimento possa in qualche maniera lenire il dolore e le pene subite da lui e dai suoi familiari”, commenta il legale di Colitti. “Si é trattato di un clamoroso errore giudiziario – aggiunge il legale – che ha lasciato una ferita difficilmente sanabile nel mio assistito con un danno biologico residuo attestato pari al 35% con gravi ripercussioni anche sull’aspetto economico della famiglia”.

L'omicidio di Basile avvenne nella notte tra il 14 e il 15 giugno 2008, il politico fu accoltellato mentre tornava nella sua abitazione di Ugento. Un delitto a cui fa data una interpretazione politica, legata alle varie denunce di loschi affari gestiti da esponenti politici del Basso Salento. Di Basile, infatti, si è tornato a parlare recentemente, in seguito alle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone sui rifiuti tossici nel Salento. Dal suo partito, l'Idv, il responsabile dello Sportello dei diritti, Giovanni D'Agata, scriveva infatti alcune settimane fa: "Il consigliere ugentino aveva denunciato lanciando l’allarme di un vero e proprio business camorrista del traffico ed interramento di rifiuti tossici nella nostra terra, chiediamo alla Magistratura di fare chiarezza sulla sua morte". Tuttavia secondo l'accusa alla base del delitto vi sarebbero stati conflitti di vicinato: nonno e nipote furono indicati come colpevoli dalle dichiarazioni di una testimone. Il nonno, infatti, sta affrontando ancora il giudizio di primo grado.

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