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Il Portogallo svende 85 opere di Joan Mirò per abbassare il debito

Un tribunale di Lisbona ieri ha dato il via libera alla privatizzazione delle opere: il Portogallo dovrebbe incassare 35 milioni di euro. Nel 2007 Christie’s valutava il lotto in 80 milioni.
A cura di D. F.
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Cosa fareste se l'Italia, per ridurre il suo debito pubblico, vendesse tutta la collezione di opere dei Musei Vaticani? Con ogni probabilità ci sarebbe una mobilitazione popolare, magari sostenuta da artisti e intellettuali che chiederebbero che lo stato non facesse cassa con il suo patrimonio artistico. E' quello che sta succedendo – per grandi linee – in Portogallo, dove lo Stato si appresta a svendere 85 opere del pittore surrealista spagnolo Joan Mirò. I dipinti appartenevano Banco Portugues de Negocios, prima fallito, quindi nazionalizzato e rivenduto, che ha lasciato un buco di ben 1,8 miliardi di euro.

La vicenda ha inizio nel 2006 ed è stata raccontata da La Stampa: "Bpn acquisisce il lotto di quadri, disegni, gouaches dal milionario giapponese Kazumasa Katsuta, il più importante collezionista al mondo di Mirò, che a sua volta li aveva acquistati dalla vedova di Matisse. Prezzo: 34 milioni di euro. Il Bpn comprò i tesori che attraversano tutta la vita artistica del maestro solo per puro investimento finanziario. Tanto che da allora, incredibile ma vero, non li hai mai esposti in pubblico. Nel 2008 la banca ha un buco stimato sui 7 miliardi di euro e il governo dell’allora premier socialista José Sócrates la nazionalizza". I capolavori, dunque, diventano statali: finché nel 2011 la Troika presta 78 miliardi di euro al Portogallo in crisi, a condizione che però il paese privatizzi il più possibile. Così il governo vende il Banco Portugues de Negocios e, da quest'anno, le opere di Mirò sono finite sul mercato.

Naturalmente la decisione ha fatto scattare proteste furibonde tra i partiti di sinistra, gli artisti e gli intellettuali portoghesi. Ieri, però, è arrivata l'ennesima mazzata: il Tribunale amministrativo di Lisbona ha respinto la richiesta di sospensione della messa all’asta formulata dalla Procura. "I conservatori usano la cultura come spazzatura – dichiara la socialista Gabriela Cavanillas, ex ministro della Cultura -. Lo Stato non può fare business con l’arte come fosse un banchiere". Lisbona dovrebbe incassare appena 35 milioni, quando nel 2007 Christie’s valutava il lotto in 80 milioni.

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