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“Io, dirigente Pd, cacciata perché ho criticato l’inciucio con Udc e Pdl”

Valentina Spata, 32 anni, aveva criticato la candidatura a sindaco di Giovanni Cosentini. Uomo che ammesso di sentire regolarmente Totò Cuffaro, condannato a 7 anni per favoreggiamento a Cosa Nostra.
A cura di Davide Falcioni
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Non solo nel Movimento 5 Stelle, ma anche nel Partito Democratico vanno di moda le epurazioni. Già, proprio tra coloro che più di tutti gli altri si sono indignati nelle ultime settimane per le espulsioni di parlamentari "grillini", è stata fatta "decadere d'ufficio" (questa è la versione ufficiale del partito) Valentina Spata, 32 anni, di Ragusa, una delle fondatrici del locale Partito Democratico, dirigente locale e da tempo critica con la candidatura a sindaco di Giovanni Cosentini. Che, infatti, ha perduto le elezioni contro Federico Piccitto, eletto nuovo sindaco delle città. A raccontare la storia della "decaduta" Spata è l'Espresso, che le ha dedicato una lunga intervista. Premessa fondamentale: la candidatura di Cosentini era sostenuta non solo dal Pd, ma anche da Udc e Pdl, in ossequio alle già sperimentate "larghe intese". Proprio Cosentini non aveva fatto mistero di avere colloqui frequenti con Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia condannato a 7 anni per favoreggiamento a Cosa Nostra

Già, ma partiamo dalle formalità, da quel "decaduta d'ufficio": "Non ho ricevuto alcun chiarimento – spiega Valentina Spata – a riguardo. Credo sia il modo più elegante che potesse essere utilizzato per mandarmi via dal Partito democratico, pensando che non sarebbero arrivate critiche, visto che ‘espulsione' è una parola molto forte e avrebbe sollevato un polverone. La differenza, comunque, non esiste: di fatto mi si dice che, per le scelte da me fatte, vengo messa alla porta. In entrambi i casi, sia per la decadenza d'ufficio che per l'espulsione, si deve riunire la commissione di garanzia per deliberare. Non mi pare che questa circostanza si sia verificata…".

Ma Valentina Spata va avanti e rivela che gran parte dell'elettorato di centrosinistra ha scelto Piccitto: "Da iscritta e dirigente del Pd non posso non affermare che la classe dirigente locale e regionale del mio partito è miope e si rifiuta di vedere quanto è accaduto. Ci sono problemi seri, le persone in questione non hanno compreso realmente ciò che volevano i cittadini. Con il Movimento 5 Stelle ha vinto tutto il centrosinistra. Trovo inconcepibile il fatto che in una situazione simile, che dovrebbe portare alle dimissioni dei diretti interessati, si pensi alla mia espulsione dal partito".

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