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Il padre l’aveva accoltellata nel sonno, ora Marika non dorme più: “Ho paura”

Ha riaperto gli occhi la piccola Marika, 14 anni, accoltellata da sua padre mentre dormiva la mattina del 22 agosto insieme alla sorellina Laura di 12 anni, che non ce l’ha fatta. Da tre giorni non chiude occhio, continua a rivedere le ultime scene di quella notte. E ha paura.
A cura di An. Mar.
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Da quando si è risvegliata dall'intervento a cui hanno dovuto sottoporla d'urgenza per le gravi lesioni subite, Marika, 14 anni, non chiude occhio. Nel suo letto dell'ospedale Garibaldi di Catania, dove l'hanno trasportata in fin di vita dopo che il padre aveva tentato di ucciderla accoltellandola nel sonno, ora Marika si tiene occupata ascoltando musica alla radio. Ancora non sa che la sorellina Laura di 12 anni non ha superato quell'orrenda aggressione ed è morta sotto i colpi del coltello con cui il quarantasettenne Roberto Russo ha poi tentato il suicidio. Da tre giorni la quattordicenne ascolta musica, rifiutando di dormire. "Ho paura", confessa.

È ancora confusa da quando ha miracolosamente riaperto gli occhi. Aveva perso tre litri di sangue ed era in condizioni disperate, dopo quella notte in cui inspiegabilmente suo padre si è avventato su di lei e su sua sorella mentre dormivano nel letto matrimoniale della loro casa a San Giovanni la Punta. Alle quattro di notte, l'uomo si era alzato, aveva consultato il computer (ora sotto sequestro) per fare una ricerca. Aveva poi brandito il coltello e si era avventato contro le figlie minori. Inutili i tentativi degli altri due figli di trattenerlo. La madre, che continua a ripetere di non aver mai colto avvisaglie o segnali, non si trovava in casa. Da giorni era ormai alloggiata nella loro casa di villeggiatura, dopo aver concordato la separazione con il marito. La quattordicenne è ancora all'oscuro della morte della sorellina. Il neuropsichiatra che la segue ha scelto di non informarla, forse per le sue ancora delicatissime condizioni di salute, della sorte della piccola Laura. Ricorda di averla lasciata per cercare aiuto, precipitandosi in casa degli zii a piano superiore, poi il buio. Quando ha ripreso conoscenza è stata in grado di raccontare l'accaduto al personale.

Ricoverato in ospedale il padre, Roberto Russo

Roberto Russo si trova ora nel reparto detenuti dell'ospedale di Cannizzaro, dove è stato ricoverato per le ferite che si era procurato nel tentativo di togliersi la vita. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quella notte e per scoprire con chi avesse interagito dal suo computer poco prima di gettarsi con un coltello da cucina sulle due figlie. Secondo quanto riferito da amici e parenti, l'uomo era mite e tranquillo e non aveva mai accennato a comportamenti molesti e violenti. I problemi coniugali, la separazione e le relazioni con altre donne avevano forse turbato l'equilibrio psichico dell'uomo che prima di dare inizio a quella strage aveva preparato un biglietto: "Ci vedremo nell'aldilà".

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