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Il Mein Kampf, il manifesto nazista firmato da Adolf Hitler è di nuovo in libreria

Un vero e proprio tabù editoriale viene a cadere dopo 70 anni: sono scaduti i diritti d’autore e il Mein Kampf di Hitler torna in libreria in Germania con un’edizione commentata e critica da parte dell’Istituto di Storia di Monaco, la cui iniziativa era già stata annunciata lo scorso anno.
A cura di Silvia Buffo
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Mein Kampf
Mein Kampf.

Hitler aveva scritto il Mein Kampf durante mentre scontava una condanna nel carcere di Landsberg dopo il fallito putsch del Novembre del 1923. Un volume a carattere autobiografico sulla sua infanzia e sugli anni di gioventù a Braunau, la sua città di nascita, qui raccontava anche i periodi bohémien e poveri che passò a Vienna e parte della drammatica prima guerra mondiale. Tutto ciò era solo una premessa al secondo volume che, tra la fine del 1926 e l'inizio del 1927, Il Movimento nazionalsocialista.

Il divieto di pubblicazione in vigore in Germania non impedì di rendere reperibile il Mein Kampf, che ha continuato ad esser letto dopo la seconda guerra mondiale. Una copia del libro si riusciva a trovare nelle librerie d'antiquariato dell'area di lingua tedesca. Diverse e in varie lingue sono le edizioni come quella rarissima in ebraico reperibile in Israele che fu redatta ai fini di studio per volontà di alcuni storici.

Compiuti settant'anni dalla morte del Führer e novant'anni dalla prima edizione, ne sono decaduti così i diritti d'autore del libro che nel  1945 dopo la capitolazione tedesca erano stati assegnati dagli Alleati avevano al Land della Baviera, che ne vietò la riedizione mantenendone la custodia. E questo per due ragioni: Monaco era stata la città culla del movimento nazista e in essa Hitler aveva scelto di avere la sua residenza e continuò a mantenerla anche dopo essere stato nominato a Berlino Cancelliere del Reich. E poi perché a Monaco nel 1925 per i tipi dell'editore Franz Eher legato al movimento nazista, era apparso con il titolo Una resa dei conti il primo volume dell'opera.

Il Mein Kampf destinato a divenire un best seller. Solo per la prima edizione si attuò una tiratura e una vendita di 10mila copie che diventarono più di 200mila alla fine del gennaio del 1933 quando i nazisti andarono al potere. Le spietate stroncature dei critici non sono servite a frenare il successo del libro che qualcuno con disprezzo definì:

Un guazzabuglio di frasi costruite male oppure sbagliate dal punto di vista grammaticale che non ha alcun valore intellettuale.

Le infinite edizioni del Mein Kamp fra il 1933 e il 1945. La più curiosa è quella di una versione popolare, la cui copia per usanza veniva donata agli sposi nel momento della loro congiunzione in matrimonio. Un'altra lussuosa in pregiata pelle bianca intarsiata d'oro si destinava ai gerarchi del regime come i Gauleiter. Il bilancio delle vendite alla fine della guerra, è di oltre 12 milioni di copie da Hitler ricavò 15 milioni di Reichsmark, di cui otto furono scovati in una banca e poi confiscati dagli Alleati.

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