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Il MADRE di Napoli eletto miglior museo d’Italia da Artribune (VIDEO)

La classifica di Artribune consacra il MADRE di Napoli come miglior museo d’Italia. Abbiamo intervistato il direttore Andrea Viliani per fare un bilancio di questi primi mesi di nuova attività.
A cura di Luca Iavarone
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"Tutto il meglio del 2013" è il titolo che la rivista Artribune diretta da Massimiliano Tonelli dà alla classifica 2013 dedicata all'arte e alle politiche culturali dell'ultimo anno. Napoli è menzionata in più di un'occasione: per la galleria di Alfonso Artiaco, eletta "miglior galleria d'arte", per il progetto di Gian Maria Tosatti che ha "attivato energie incredibili" con la sua azione su Napoli e, soprattutto, per il grande rilancio del Museo MADRE "che Pier Paolo Forte e Andrea Viliani sono riusciti a mettere in piedi quando ogni speranza era perduta".

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Fino a pochi mesi fa, infatti, sembrava che il Museo d'Arte contemporanea DonnaREgina fosse in procinto di cessare definitivamente le sue attività. A scongiurarne la chiusura un bando per la riabilitazione dell'importante centro dedicato alle arti contemporanee, vinto dal giovane curatore Andrea Viliani, che con un progetto ambizioso, teso alla riqualificazione e all'inclusione del tessuto urbano nelle politiche del museo, ha dato nuova linfa a uno spazio che vantava ormai un prestigio nazionale e internazionale grazie agli sforzi alla precedente amministrazione.

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Nella classifica, al fianco dei numerosi primati napoletani, anche molte altre eccellenze: Oscar Murillo è l'artista le cui quotazioni sono cresciute di più negli ultimi mesi; Adrian Paci è il "miglior artista" già affermato, insieme a Mike Kelley; il Mucem di Marsiglia è il "miglior nuovo museo", con menzione anche per il Mast di Bologna; Poly Auction si attesta come "miglior casa d'aste"; Jorge M. Perez è il "miglior collezionista"; la "miglior mostra" va a Antonello da Messina al Marte e Mike Kelley all'Hangar Bicocca; "migliore fiera" alla Fiac di Parigi; "miglior evento" la Biennale di Venezia di Massimiliano Gioni (anche "miglior critico-curatore"); "miglior paese" in Europa per le politiche culturali è la Francia, insieme al Qatar sul piano extrauropeo; "miglior città internazionale" Londra; "miglior città italiana" Milano, alle porte dell'Expo ("miglior progetto futuro"); "miglior direttore di museo in Italia" Cristiana Collu del Mart, ma è citato anche Hou Hanru per il Maxxi. Artribune dà, inoltre, il primato di "miglior uomo politico" al neoministro Massimo Bray, e ha un occhio di riguardo per le future politiche culturali di Matteo Renzi.

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Tornando al MADRE di Napoli, abbiamo intervistato il direttore Andrea Viliani per farci raccontare il segreto di questa premiata e, a quanto pare, efficace nuova gestione. Inaugurato con una straordinaria personale di Thomas Bayrle, pop artist tedesco di enorme valore, il Museo d'Arte contemporanea DonnaREgina è adesso impegnato in una serie di progetti: il centro di ricerca a cura di Vincenzo Trione, la mostra in progress "per-formare una collezione" e, fino al 24 marzo, la poderosa retrospettiva di Vettor Pisani, la prima e più completa finora realizzata su uno dei più importanti artisti italiani contemporanei.

Disseminate di triangoli, cerchi e semi-croci, specchi e tavoli, labirinti e piramidi, padiglioni e modellini architettonici, alambicchi e clessidre, pianoforti e violini accostati a busti, manichini, calchi, fusioni di figure religiose come Cristo, la Madonna, gli angeli, o immagini di Edipo e della Sfinge o dell’isola dei morti di Arnold Böcklin, e popolate da un vero e proprio bestiario personale (tartarughe, conigli, galline, scimmie, pesci rossi, lumache, cavie, gatti, pavoni, aquile e piccioni), le opere di Vettor Pisani sono teatri immaginari della memoria e della conoscenza, rappresentazioni filosofiche e conoscitive “della storia moderna dell’Europa” e delle sue contraddizioni, effimere scenografie di questioni morali e quesiti intellettuali imprescindibili quanto insolubili, forme di introduzione alla complessità della speculazione espressa attraverso l’ordinarietà del quotidiano, soglie spazio-temporali fra epoche differenti, codici di comunicazione fra stati o entità opposte (eroe e antieroe; umano e divino; umano e animale; uomo e donna; vita e morte) e, infine, provvisori musei dell’inevitabile distruzione e costante ricostruzione dell’arte, in cui, nella caleidoscopica molteplicità degli artefatti e dei riferimenti dell’artista, le dimensioni della storia e del mito, i generi sessuali, le differenti tradizioni culturali e l’identità stessa dell’artista si fondono in un unicum indefinibile, per statuto critico e consistenza estetica.

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