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Il grido d’allarme dal rifugio Pomilio: “Come Rigopiano, sommersi da neve e nessuno viene”

L’appello del gestore Roberto D’Emilio rimasto da solo nella struttura sommersa dalla neve: “Avevo già mandato tutti via ma sono due anni che chiedo che la strada venga liberata ogni volta che nevica e invece niente”
A cura di Antonio Palma
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"Ho mandato subito una diffida per far liberare la strada da 50 centimetri di neve, ora siamo a tre metri e a 7 in alcuni punti; ho mandato richieste di aiuto a tutti, come ha fatto l'amministratore dell'hotel Rigopiano, ma anche le mie restano inascoltate". Così Roberto D’Emilio, gestore del rifugio Bruno Pomilio, una struttura a 2mila metri d'altezza in località Rapino, in provincia di Chieti, ha lanciato il suo grido d'allarme dopo essere rimasto bloccato dalla neve sulla Majella. "Tutti mi cercano, ma nessuno fa nulla, ultima diffida fatta due giorni prima della tragedia di Rigopiano con neve di 50 cm che bloccava la viabilità, ora ne abbiamo oltre 3 metri ….evidentemente Rigopiano non ha insegnato nulla…" accusa Roberto D'Emilio riferendosi alla tragedia dell'Hotel Rigopiano sul Gran Sasso dove i proprietari avevano chiesto un intervento immediato per sbloccare le strade che però non è arrivato.

L'uomo al momento è solo e isolato perché è stato previdente e alla prima allerta meteo ha disdetto tutte  le prenotazioni che erano arrivate da tutto il mondo e ha mandato moglie e figlio, che lo aiutano nell'attività, a Pescara. "Non me la sono sentita, infatti, di dire a un gruppo di adulti e bambini che volevano salire per le ciaspolate di venire. Per fortuna ho il telefono attivo e sono in contatto costante con il sindaco di Rapino e la protezione civile de L'Aquila: in caso di problemi possono venirmi a prendere solo con l'elicottero, ma combatto questa guerra contro il Parco della Majella, che deve tenere libero e sgombro questo tratto di provinciale" ha sottolineato Roberto D’Emilio.

"È da un anno e mezzo che facciamo presente la criticità della strada e finora nulla è stato fatto finora per un punto che rappresenta il primo soccorso in montagna" ha ricordato Roberto D’Emilio, aggiungendo: "Rimanere abbandonato perché non si sa chi deve pulire tre km di strada mi fa incarognire. Abbiamo fatto un annuncio che non abbiamo necessità sanitarie o di salute, ma il problema e della strada e bisogna risolverlo, in caso di emergenza come arrivano i soccorsi o se uno cade sulle piste dietro a noi?. È un peccato che il turismo qui sia abbandonato da tutti per una nevicata e chi le ha non si prenda le sue responsabilità: è una storia da definire, per evitare tragedie come Rigopiano".

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