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Il flop del Tfr in busta paga: lo vogliono solo 6 lavoratori su 100

Confesercenti spiega: “In base a un sondaggio con Swg, ad oggi ne hanno fatto richiesta appena 6 lavoratori su 100, e solo un altro 11% vorrebbe farlo entro l’anno”.
A cura di Redazione
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È una indagine dell’istituto Swg commissionata da Confesercenti a bocciare completamente il provvedimento del Governo che permette al lavoratore di chiedere che il Tfr sia caricato sulla busta paga mensile. Stando a quanto riportato, infatti, solo 6 lavoratori su 100 ne avrebbero già fatto richiesta, mentre circa un ulteriore 11% sarebbe intenzionato a farlo nelle prossime settimane. Ricordiamo che la possibilità di chiedere il Tfr in busta paga si concretizzerà proprio dal mese di marzo e che, come ricorda l’Ansa, “ i lavoratori dipendenti del settore privato, circa 12-13 milioni, che ne fanno richiesta potranno, se lavorano nello stesso posto da almeno sei mesi, richiedere la quota del trattamento di fine rapporto che spetta loro direttamente nello stipendio, ogni mese anziché tutta insieme”.

Queste risorse serviranno in larga parte a “saldare debiti pregressi” e solo in una piccola percentuale saranno impiegate nei consumi giornalieri: Confesercenti stima dunque molto al ribasso l’effetto positivo sulla ripresa dei consumi, praticamente in linea con quanto avvenuto per il bonus di 80 euro in busta paga (giudicata misura “non sufficiente” dall’associazione dei commercianti)

Il punto è che la cifra “anticipata” in busta paga è sottoposta a tassazione, peraltro con aliquota ordinaria, dunque si tratta di un’operazione poco conveniente per il singolo lavoratore. Allo stesso tempo mancano ancora i decreti attuativi e dunque permane una certa confusione, in particolare per le aziende, già gravate da un carico di spesa superiore. Decreti che, stando alle rassicurazioni del ministero dell’Economia (ricordiamo che il provvedimento è in compartecipazione fra il ministero di via XX settembre e quello del Lavoro), dovrebbero essere approvati nel prossimo Consiglio dei ministri (probabilmente dunque già alla fine della prossima settimana).

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