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Grillo contro i media: “Mai parlato di Tribunale del popolo, ora chiedano scusa”

Il capo politico del MoVimento 5 Stelle attacca duramente i media, rei, a suo dire, di aver disinformato sulla sua proposta di “giuria popolare”: “Ora chiedano umilmente scusa per la balla propinata e diano alla verità la stessa evidenza che è stata data alla falsità”.
A cura di Redazione
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Con un lungo post, corredato da un singolare sondaggio, Beppe Grillo torna sulla polemica innescatasi intorno alla sua proposta di “una giuria popolare per le balle dei media”. Il capo politico del MoVimento 5 Stelle attacca duramente i media che, a suo dire, hanno dato una versione distorta e strumentale della sua proposta, spiegando di aver chiesto non un “tribunale del popolo”, ma una “giuria popolare”, come previsto dall’ordinamento italiano.

Questa promessa di una “operazione verità” sarebbe bastata a “smascherare” i media, che avrebbero cominciato ad attaccare in maniera strumentale il MoVimento, parlando di fascismo e mordacchia alla stampa. E ora, dovrebbero essere chiamati a “rettificare e scusarsi”, chiosa:

E' bastato prospettare ai media di essere sottoposti a un'operazione verità che sono subito andati con il cervello in pappa, a cominciare dal modo in cui è stato riportato il post dell'altro giorno. "Grillo vuole il tribunale del popolo". Falso. "Propongo non un tribunale governativo, ma una giuria popolare" è quanto scritto. I giudici popolari non sono un tribunale del popolo e sono previsti dall'ordinamento italiano. Sono estratti a sorte da apposite liste cui, a patto di alcuni requisiti, chiunque può partecipare. Formano la maggioranza della composizione della Corte d'Assise e della Corte d'Assise d'Appello che sono gli organi giurisdizionali competenti a giudicare i reati più gravi, rispettivamente in primo grado e in appello. I giudici popolari possono giudicare su un omicidio e non sarebbero in grado di determinare se Grillo vuole una banca solo perchè Davide Casaleggio ha incontrato l'AD di una banca online o se una buca del 2014 può essere utilizzata per imputare una colpa a Virginia Raggi nel 2017? Non scherziamo.

I media hanno parlato di "fascismo", di "mordacchia alla stampa", di "illiberalismo". Ma la proposta sanzionatoria non sono nè multe nè limitazioni della libertà di scrivere, ma semplicemente di chiedere umilmente scusa per la balla propinata e di dare alla verità la stessa evidenza che è stata data alla falsità. Cosa c'è di scandaloso in questo? Se uno sbaglia, chiedere scusa non è il minimo? E non è forse giusto chiedere che la verità venga ristabilita? Che meraviglioso gesto sarebbe se l'anchorman del tg della sera iniziasse la puntata di oggi dicendo: "Signori scusate, in questi anni abbiamo diffuso notizie false e manipolate, vi abbiamo mentito. Da oggi ci sforzeremo di fare un'informazione che sia degna di questo nome". Dall'alto della loro arroganza non lo faranno mai e continueranno a perdere copie vendute e telespettatori fino a scomparire. Ma noi abbiamo il dovere di ristabilire la verità e pretendiamo che chi ha diffuso balle si scusi.

Poi, in chiusura di pezzo, il “sondaggio per l’assegnazione del Bufalino d’Oro”, un singolare premio a chi ha diffuso la bufala peggiore sul MoVimento 5 Stelle.

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