38 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Gravidanza in affitto in Ucraina: per il Tribunale è legale

Il tribunale di Milano ha assolto una coppia di italiani che avevano “affittato” la maternità da una ragazza di Kiev. In Ucraina è una pratica assolutamente legale.
A cura di D. F.
38 CONDIVISIONI
Immagine

Sentenza storica a Milano, dove una coppia che aveva dovuto ricorrere alla cosiddetta "maternità surrogata" è stata assolta dalla quinta sezione penale del tribunale meneghino. I due, non potendo generare figli, erano andati in Ucraina ed avevano pagato una ragazza che, in piena libertà, aveva portato in grembo un bambino per nove mesi. Una vera e propria "gravidanza in affitto", illegale in Italia ma non in Ucraina: la coppia era stata accusata di alterazione di stato, ovvero di aver falsificato i documenti del neonato, attribuendosi il ruolo di padre e madre nei confronti di una creatura partorita da un'altra donna. Secondo quant riprtato dal sito Diritto Penale Contemporaneo, i giudici nella sentenza avrebbero riconosciuto che "l’approccio pienamente collaborativo degli imputati ha consentito di ricostruire i fatti in maniera completa e, sostanzialmente, incontroversa. La vicenda trae origine dall’impossibilità di avere figli verificata, dopo il matrimonio, dalla coppia C. e B. ed è emblematica, nella sua evoluzione, delle difficoltà a realizzare il diritto alla genitorialità di cui, nonostante l’evoluzione delle tecniche medico – scientifiche, le famiglie gravate da problemi riproduttivi continuano a doversi fare carico". La coppia rischiava una condanna a 15 anni. All'origine della loro decisione di "affittare la gravidanza" vi era una malattia della donna. Da qui la scelta di ricorrere alla "mamma in affitto" in Ucraina, trovata presso la "Biotexcom" di Kiev, con un contratto "pienamente conforme alla legge ucraina".

G. nasce nel 2010. I giudici affermano che l'imputata, ricoverata insieme a Natasha (la donna di Kiev che ha "affittato" l'utero) "se ne occupa sin dal primo istante di vita. Parallelamente, la madre surrogata attesta in forma notarile l’inesistenza di qualsiasi relazione genetica con il bambino e presta il consenso all’indicazione dei coniugi C. quali genitori. In base a tali presupposti, come previsto dalla legge ucraina l’ufficiale di stato civile di Kiev formava l’atto di nascita indicando in A. C. il padre e in S. B. la madre del neonato". Insomma: tutto in regola per la legge Ucraina. Tanto che tutta l'operazione viene svolta nella più totale trasparenza. I coniugi italiani pagano 30mila euro e si recano più volte in Ucraina, dove assistono sia ad alcune ecografie che al parto. I guai iniziano quando un funzionario dell'ambasciata italiana si imbatte con dei documenti ucraini e in una menzogna dei due: la donna, infatti, racconta di aver partorito lei stessa il piccolo. Il funzionario si insospettisce: come mai una donna al nono mese di gravidanza sceglie di dare alla luce il figlio in Ucraina. Iniziano così i controlli. La vicenda finisce alla Procura di Milano, che accusa i due genitori di "alterazione di stato", un reato per il quale la pena varia tra i 5 e i 15 anni di carcere. Fortunatamente i giudici di primo grado hanno riconosciuto che la pratica della coppia era assolutamente legale in Ucraina e che al massimo i due vanno accusati di falsa testimonianza.

38 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views