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Genova, muore dopo un’operazione alla laringe: la Procura indaga per omicidio colposo

Aveva subito l’asportazione di un tumore alla laringe lo scorso dicembre. In seguito all’operazione, che sembrava andata a buon fine, il paziente ha cominciato a lamentare dei problemi. I medici decidono quindi di sottoporlo a tracheotomia, ma il paziente muore prima del secondo intervento. Al vaglio degli inquirenti, l’ipotesi di omicidio colposo.
A cura di C. M.
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La procura di Genova ha aperto un'inchiesta per far luce sulle cause della morte di Salvatore Belcastro, 46 anni, dipendente della società Austostrade. L'uomo è stato trovato morto, nella sua casa a Genova Voltri. Il pubblico ministero Stefano Puppo, su richiesta dei familiari della vittima che hanno presentato un esposto in procura tramite l'avvocato Paolo Lavagnino, ha aperto un fascicolo d'indagine a carico di ignoti. L'ipotesi al vaglio è quella dell'omicidio colposo. Stando alla ricostruzione dei familiari, Belcastro lo scorso dicembre aveva subito un'operazione per la rimozione di un tumore alla laringe all'ospedale Micone di Sestri Ponente.

L'intervento si era concluso con la totale asportazione della massa tumorale, intervento che però, spiegano i parenti della vittima, avrebbe successivamente provocato una serie di problematiche al paziente: la zona operata, infatti, si sarebbe cicatrizzata al punto da creare una totale occlusione della trachea, occlusione che avrebbe impedito al paziente di respirare normalmente. Per ovviare al problema, all'uomo era stata applicata una protesi per tenere aperto il tratto e permettergli di respirare autonomamente. Successivamente, l'uomo ha cominciato a lamentare ulteriori fastidi. Giunto nuovamente in ospedale, i medici si sono accorti che il dilatatore non era stato posizionato bene e così hanno deciso di sottoporlo a una tracheotomia, per rimuovere la protesi. L'intervento era fissato per la giornata di domani, ma ieri il paziente è stato trovato morto in casa dai propri familiari. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta ha quindi disposto l'autopsia sul corpo della vittima e il sequestro delle cartelle cliniche per verificare che non ci siano stati ritardi nella decisione di intervenire con l'operazione di tracheotomia.

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