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Foggia: brucia ancora il “Gran Ghetto” dei migranti, distrutte 50 baracche

Paura ieri tra i profughi che vivono a Rignano Garganico. L’incendio però non sarebbe doloso. C’è da dire che già a febbraio il ghetto aveva bruciato, distruggendo tutte le baracche presenti. Da mesi si parla dello sgombero del campo, che però è ancora molto popolato.
A cura di Biagio Chiariello
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Un violento incendio è scoppiato nella notte tra giovedì e venerdì nel ‘Gran Ghetto’ l'insediamento di baracche nelle campagne tra Rignano Garganico e San Severo, in provincia di Foggia, dove vivono circa 500 migranti impegnati nella raccolta dei prodotti agricoli. Sul posto sono intervenuti otto mezzi dei vigili del fuoco per spegnere le fiamme, oltre a pattuglie di carabinieri e polizia. Nell'incendio sono andate distrutte circa 80 baracche, realizzate in cartone, legno e altro materiale di fortuna. Non dovrebbe trattarsi di un episodio doloso. Le cause sarebbero da ricondurre ad un incidente: forse un piccolo fuoco accesso da qualche profugo per riscaldarsi. Non ci sono comunque feriti.

Un incendio era già avvenuto il 15 febbraio scorso, le fiamme avevano distrutte tutte le baracche all'interno del Gran Ghetto. Case che erano state ricostruite poche ore dopo. All’epoca i sospetti sull’eventualità di un incendio doloso erano state manifestate da più parti “È successo proprio ora che la Regione ha annunciato l’intenzione di eliminare tutto il ghetto. Una strana coincidenza, ora tutto è più facile…” aveva detto don Francesco Catalano, direttore della Caritas diocesana di Foggia da anni presente con moltissime iniziative in questo e negli altri ghetti. In realtà lo sgombero non è mai avvenuto. Alla fine di luglio la Prefettura di Foggia ha annunciato: "Nel breve periodo saranno attivate una serie di iniziative per favorire il graduale e volontario allontanamento degli immigrati che in numero consistente e significativo si sono concentrati lì perché impegnati nella raccolta nei campi dei prodotti agricoli”. Ma il ghetto era ancora assai popolato.

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