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Fitto pronto allo strappo: “Illegittime le decisioni di Berlusconi”

In Puglia è caos dopo la decisione di Forza Italia di sostenere la candidatura di Adriana Poli Bortone alle Elezioni Regionali.
A cura di Redazione
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L’unica certezza è che Michele Emiliano ha la strada spianata verso la poltrona di Governatore della Regione Puglia. Sul resto, bisognerà attendere gli sviluppi delle prossime ore. Come vi abbiamo raccontato, infatti, dopo la decisione dei dirigenti di Forza Italia di proporre la candidatura alla guida della coalizione di centrodestra all’ex Sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone (esponente di Fratelli d’Italia, che tra l’altro ancora non ha risposto in maniera ufficiale alla proposta forzista), è montata la rabbia tra i fedelissimi di Raffaele Fitto (che sostiene Schittulli). Del resto, la stessa Giorgia Meloni, leader di Fdi – An, ha mostrato più di una perplessità sul modo in cui i forzisti hanno avanzato la candidatura della Poli Bortone: “Al momento non abbiamo motivo per ritirare il sostegno a Schittulli, ma se tutto insieme il centrodestra dovesse valutare un'altra candidatura che può ricompattare e Schittulli fosse disponibile a fare un passo indietro se ne parlerebbe ma ad oggi noi abbiamo sostenuto la candidatura di Schittulli e obiettivamente stiamo ancora sostenendo questa candidatura”.

Condizioni che difficilmente si verificheranno, almeno considerando quanto trapela dagli ambienti vicini a Raffaele Fitto. E lo scontro si sta consumando proprio a Lecce, dove i fedelissimi di Fitto protestano contro il commissariamento del partito e si sono riuniti, con l’appoggio del Sindaco di Lecce. Lo stesso Raffaele Fitto affonda: “Questa scelta di divisione è sia autolesionistica sia censurabile sul piano dello Statuto. È autolesionistica perché è un autogol, tipico frutto di una dinamica da triste finale di partita, in cui la caccia al ‘nemico interno' vale più di ogni altra considerazione”. Una scelta che arriva dopo “settimane in cui si è cercato di escludere dirigenti e amministratori dalle liste” e che è “fuori da ogni regola”, spiega infine l’ex ministro: “Che strumenti di tutela ci sono se un partito non rispetta le sue stesse regole, estromette persone, esclude suoi membri e dirigenti regolarmente iscritti da possibilità di candidatura? Non è una ‘polemica interna' o una ‘polemica pugliese', ma una questione fondamentale di libertà e di democrazia”.

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