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Fincantieri, il ministro Calenda avverte la Francia: “Non arretriamo di un millimetro”

Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda non lascia spazio a dubbi intervenendo sulla rottura tra Roma e Parigi dopo la decisione di Macron di nazionalizzare temporaneamente i cantieri Stx.
A cura di Susanna Picone
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Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, torna a parlare della vicenda Fincantieri e lo fa con una presa di posizione netta. “Martedì (cioè quando il ministro francese Bruno LeMaire sarà a Roma) non ci muoveremo di un millimetro”, ha assicurato. “Il punto del governo italiano è: non c'è verso che noi accettiamo il 50 percento” dei cantieri Stx, “ovvero meno di quello che avevano i coreani” perché “c'è una questione di rispetto e di dignità. E quindi abbiamo detto ai francesi: signori, volete nazionalizzare? E nei vostri poteri ma noi non ci muoviamo e non ci muoveremo di un millimetro. E questo farà bene alla Francia perché deve capire che nazionalizzare è sbagliato”, ha spiegato ancora il ministro italiano.

Martedì la visita del ministro dell'economia francese – Il ministro Calenda ha ricostruito le ultime tappe della vicenda ricordando che l'esecutivo di Parigi non avrebbe accettato una maggioranza italiana nell'azionariato di Stx, la società francese che era stata acquistata da Fincantieri dopo una gestione coreana. Una decisione annunciata dalla Francia, ha aggiunto il ministro, “è una cosa seria, che mette in gioco come si sta insieme in Europa. Non è un lavoro sull'economia ma sulla modernità e rischia di perdere tutta l'Europa”. “Ascolteremo attentamente la proposta del ministro Le Maire – ha aggiunto ancora Calenda riferendosi all'incontro previsto per martedì a Roma – ma ovviamente la posizione è quella che il governo ha espresso, non si muove di un millimetro. Riteniamo che ci sia un progetto serio che è quello di Fincantieri, un progetto che prevede il 51%”.

“Non si risponde nazionalizzando la Telecom, perché ad una fesseria non si risponde con una fesseria più grossa” – Carlo Calenda ha parlato all'iniziativa di Forza Europa e da lì il ministro ha anche stoppato immediatamente la proposta che alcuni hanno rilanciato in queste ore, come “ripicca” verso la Francia: “Non si risponde nazionalizzando la Telecom, perché ad una fesseria non si risponde con una fesseria più grossa”, ha spiegato.

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