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Family Day, Kiko Arguello: “Femminicidio colpa delle mogli che lasciano i mariti”

Secondo il fondatore dei neocatecumenali il femminicidio non deriverebbe dal dualismo “uomo donna” ma da una visione secolarizzata del mondo.
A cura di Davide Falcioni
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Sta facendo molto discutere il discorso di Kiko Arguello, un pittore spagnolo di 76 anni anche noto per aver fondato il percorso di iniziazione cristiana noto come “cammino neocatecumenale”. L'uomo era presente al "Family day" di Roma, la manifestazione che ha radunato a Piazza San Giovanni decine di migliaia di persone convinte del primato della cosiddetta "famiglia tradizionale", ovvero quella costituita da un padre e una madre, meglio se biologici, da opporre ovviamente a coppie di fatto e soprattutto a coppie omosessuali, specie se intenzionate ad adottare bambini o ricorrere ad altre tecniche di fecondazione. Ebbene, il religioso si è avventurato in un discorso sul tema del femminicidio per citare la storia di Irina Lucidi: suo marito, dopo la separazione, aveva rapito le due figlie per poi probabilmente ucciderle (i corpi non sono mai stati trovati) e togliersi la vita. Secondo Arguello questo caso, così come tutti gli altri di femminicidio, non aveva nulla a che fare con la violenza degli uomini sulle donne, lasciando intendere che la responsabilità maggiore, semmai, è delle donne che abbandonano i loro mariti che, specie se "atei e secolarizzati", avrebbero reazioni folli uccidendo i figli e quindi suicidandosi.

In un discorso, a dire il vero piuttosto ambiguo, Kiko Arguello ha affermato: "Ci sono tanti casi di questo tipo, dicono che questa violenza di genere sia causata dalla dualità maschio-femmina, ma per noi non è così. Quest’uomo per noi ha ucciso le bambine per un’altra ragione. Se quest’uomo è ateo, secolarizzato, non va a messa, nessuno gli conferisce l’essere come persona, ha solo una moglie che gli dà un ruolo: “Tu sei mio marito” e così lui si nutre dell’amore della moglie". Lo spagnolo ha quindi proseguito: "Ma se la moglie lo abbandona e se ne va con un’altra donna quest’uomo può fare una scoperta inimmaginabile, perché questa moglie gli toglie il fatto di essere amato, e quando si sperimenta il fatto di non essere amato allora questo richiama l’inferno. Quest’uomo sente una morte dentro così profonda che il primo moto è ucciderla. Il secondo moto, poiché il dolore che sente è mistico, siderale e orribile, piomba in un buco nero eterno e allora pensa: “Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto? La sofferenza che ho?”. Uccide i bambini. Perché l’inferno esiste. I sociologi non sono cristiani e non conoscono l’antropologia cristiana. Il problema è che non possiamo vivere senza essere amati prima dalla nostra famiglia, poi dagli amici a scuola, poi dalla fidanzata e infine da nostra moglie”.

Arguello ha tenuto un lungo intervento spaziando tra vari argomenti: non solo il femminicidio, ma anche una presunta contrapposizione tra Papa e Cei sulla questione della famiglia. "Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro, ma il Santo Padre sta con noi", ha detto il neocatecumenale, a cui a stretto giro ha risposto la conferenza episcopale: "Piazza viva! Nel suo intervento Arguello si è, però, reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave: contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale è strumentale e non veritiero".

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