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Elezioni USA, Ted Cruz si ritira: Donald Trump non ha più rivali tra i repubblicani

Trump stravince in Indiana. Il partito repubblicano ora proverà a unirsi attorno al magnate newyorkese, praticamente certo della nomination. E tra i democratici Sanders spera ancora di battere la Clinton.
A cura di Biagio Chiariello
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Donald Trump ha praticamente la strada spianata per la nomination repubblicana in vista delle elezioni presidenziali USA di Novembre. Il senatore ultra conservatore del Texas Ted Cruz, beniamino del Tea Party, alternativa principale al magnate newyorchese nel GOP, ha infatti annunciato il ritiro dalla corsa dopo essere stato sconfitto pesantemente nelle primarie dell' Indiana dallo stesso Trump: 52,8% a 36,9% con il 75% delle schede scrutinate. Il magnante USA ora ha unico sfidante il governatore moderato dell'Ohio John Kasich, che ha deciso di continuare la corsa verso la nomination nonostante un risultato a dir poco imbarazzante (7,7%). “Sembra che la strada (per la vittoria, ndr) si sia chiusa. Abbiamo dato tutto quello che avevamo, ma gli elettori hanno scelto un'altra strada e quindi con il cuore pesante ma con sconfinato ottimismo per il futuro a lungo termine della nostra nazione, sospendiamo la nostra campagna", ha annunciato Ted Cruz ai suoi elettori da un palco di Indianapolis, insieme a tutta la sua famiglia.

“Donald Trump sarà il presunto candidato repubblicano per le presidenziali”: sono state le parole della presidente della commissione nazionale del partito repubblicano Reince Priebus che, dopo il ritiro di Ted Cruz, invita “il partito e concentrarsi per sconfiggere Hillary Clinton". C’è da dire che Trump e Priebus erano stati protagonisti di un duro scontro sul sistema per l'assegnazione dei delegati, dopo che il miliardario di New York lo aveva etichettato come "una truffa".

Sanders batte Clinton in Indiana

Sul fronte democratico, Bernie Sanders ha tentato in Indiana un’ultima sorpresa, per interrompere la sequela di sconfitte nei confronti di Hillary Clinton, arrivando a distanziarla di cinque punti chiudendo la partita con il 52,5% (47,5% la ex First Lady). Ma la vittoria non scalfisce il vantaggio incolmabile della Clinton in termini di delegati, dato che anche gli 83 messi in palio dall'Indiana andranno divisi più o meno a metà in modo proporzionale.

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