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È morto Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace e dissidente cinese: era in prigione da anni

Liu Xiaobo è morto a 61 anni dopo una lunga malattia che però non era stata sufficiente per scarceralo. Era in cella da anni solo per aver chiesto il rispetto dei diritti umani in Cina.
A cura di Antonio Palma
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La Cina e il mondo interno dicono addio ad uno dei dissidenti storici del Paese asiatico. Nelle scorse ore infatti è morto Liu Xiaobo, attivista pacifista già premiato col Nobel per la pace nel 2010 e per anni al centro della protesta contro il potere comunista cinese. Un'attività che gli aveva portato sempre guai con le severe autorità locali fino all'arresto e alla pesantissima condanna penale. Liu Xiaobo infatti era rinchiuso in carcere dal 2009 dopo un condanna a undici anni di carcere con l'accusa di "incitamento alla sovversione" semplicemente per essere stato tra i promotori del manifesto democratico Charta 08, la carta che chiedeva la fine del partito unico e il rispetto dei diritti umani in Cina.

Il Premio nobel si è spento all'età di 61 anni dopo una lunga malattia che nelle ultime settimane aveva  costretto le autorità cinese a trasferirlo dal carcere all'ospedale. Liu Xiaobo infatti soffriva di un cancro al fegato che ormai era in stato avanzato e alla fine le autorità gli avevano concesso una sorta di semilibertà in ospedale, ma il trasferimento era arrivato solo il 26 giugno scorso. Secondo un comunicato dell'ospedale, elle ultime ore i medici avrebbero proposto l'intubazione tenerlo in vita ma la famiglia avrebbe rifiutato anche se non ci sono conferme da parte di quest'ultima.

Liu Xiaobo è morto comunque da prigioniero nonostante gli appelli dei vari leader politici internazionali per la sua liberazione anche per questioni umanitarie vista la gravissima malattia che lo aveva colpito. Appelli che erano proseguiti fino all'ultimo per curarlo ma i cinesi hanno continuato a ripetere che invece ormai non c'era più niente da fare per lui. Per il governo locale era un nemico acclarato così come la moglie, la poetessa Liu Xia, anche lei agli arresti. Liu Xiaobo del resto era stato uno dei dissidenti di piazza Tienanmen. All'epoca si trovava negli Stati Uniti dove insegnava alla Columbia University, ma tornò appositamente a Pechino per la protesta e in piazza parlò agli studenti, invitandoli alla fine a ritirarsi per evitare il massacro. Per quella partecipazione democratica venne incarcerato una prima volta per due anni. Poi fu sottoposto a tre anni di campo di rieducazione, dal ’96 al ’99.  "Non ho nemici, non provo odio", aveva scritto nella dichiarazione per la consegna del Nobel letta per lui da altri di fronte alla sedia vuota.

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