Droga a Palermo, patto Cosa nostra-camorra per rifornire dirigenti e avvocati: 16 arresti
Un patto tra camorra, ‘ndrangheta e mafia per inondare la “Palermo bene” di cocaina. È quello scoperto dalla polizia che questa mattina ha portato a termine una vasta operazione antidroga nel capoluogo siciliano. In totale sedici persone sono finite in manette. Tra i loro clienti c’erano anche avvocati, vip e dirigenti palermitani. L'operazione è il risultato di indagini su due gruppi criminali che si approvvigionavano di droga proveniente principalmente dalla Campania e dalla Calabria. Il primo gruppo criminale al suo interno annovera importanti esponenti mafiosi riconducibili allo storico mandamento di “Porta Nuova” e costituisce – fanno sapere gli inquirenti – la riprova di come Cosa Nostra palermitana, attraverso la droga, sia ancora oggi in affari con la camorra napoletana. Dall'inchiesta, coordinata dai pm Maurizio Agnello e Amelia Luise, è emerso che il giro d'affari dei trafficanti era molto alto.
Spacciatori contattati anche da cellulari intestati alla Regione – I clienti della “Palermo bene” ottenevano consegne a domicilio a qualunque ora del giorno e della notte e, tra i clienti, c'erano anche diverse donne. Uno dei cellulari, cliente assiduo degli spacciatori, era intestato alla Regione siciliana. Altre richieste sarebbero partite da un telefono intestato alla Corte dei Conti. “L'operazione costituisce il risultato di un'articolata attività di indagine avviata nel 2012 e conclusa nel 2016 su due distinti gruppi criminali che si approvvigionavano di ingenti quantitativi di stupefacente, provenienti, principalmente dalla Campania e dalla Calabria”, è quanto hanno spiegato dalla Questura. Gli inquirenti hanno quindi confermato che le indagini hanno accertato come grosse quantità di stupefacenti fossero destinate a insospettabili consumatori del mondo delle libere professioni.