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Dallas, Obama ai funerali degli agenti uccisi: “Nessuno è immune dal pregiudizio razziale”

Il presidente USA alla commemorazione dei poliziotti uccisi da un cecchino: “Razzismo non è finito, ma sono qui per dire che dobbiamo respingere la disperazione. Sono qui per insistere che non siamo divisi come sembra e che il nostro dolore può renderci un Paese migliore”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Nessun individuo, nessuna istituzione è interamente immune dal pregiudizio razziale“, ma gli americani non sono “divisi come molti pensano. Lo so perché conosco l’America, perché l’ho vissuto sulla mia pelle”. Lo dice il presidente USA Barack Obama, a Dallas, in Texas (accompagnato dalla moglie Michelle), alla cerimonia commemorativa dei 5 agenti uccisi giovedì scorso dal veterano dell'Afghanistan, Micah Johnson, per vendicarsi dei due afroamericani ammazzati dalla polizia la scorsa settimana, durante un corteo di protesta proprio per queste morti. “Gli agenti di Dallas hanno salvato molte più vite di quelle che possiamo immaginare" ha detto.

"Sono qui per dire che dobbiamo respingere la disperazione. Sono qui per insistere che non siamo divisi come sembra e che il nostro dolore può renderci un Paese migliore, con più giustizia e più pace", cerca di consolare Obama. Si tratta dell'undicesima volta che il Presidente USA vola in una città del Paese colpita da una strage. "Sono troppe", ha ammesso oggi. L'ultima strage un mese fa a Orlando, in Florida, dove un americano, proclamatosi fedele all'Isis, ha ucciso 49 persone in un night club per gay. Nelle ultime ore si sono registrati nuovi momenti ad altissima tensione. Tuttavia proprio poco prima che Obama prende la parola, a Baltimora, in Maryland, un uomo ha sparato su un gruppo di persone, durante una veglia di preghiera in memoria di un 24enne morto in una sparatoria. Bilancio: 5 feriti.

Secondo Obama “i rapporti razziali sono migliorati sensibilmente durante la mia vita”. Tuttavia “non possiamo fare orecchie da mercante e non tenere conto delle manifestazioni degli afroamericani, considerare quelle persone come paranoici e piantagrane, non possiamo metterle da parte come inquietudine politica o mettere l’etichetta del razzismo. Farlo significa negare la realtà”. Oltre al numero uno della Casa Bianca, alla cerimonia di commemorazione a Dallas, era presente anche il vicepresidente Joe Biden, l’ex presidente George W. Bush e sua moglie, Laura.

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