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D’Alema: “Se Renzi sbaracca Gentiloni facciamo nuova lista. Possiamo prendere il 10%”

Massimo D’Alema avvisa nuovamente Matteo Renzi: “Senza un congresso sarà lui a imporre una scissione. Con un partito serio di sinistra si può arrivare al 10%.
A cura di Redazione
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Torna a parlare Massimo D’Alema, dopo il discusso intervento dei giorni scorsi, che aveva riacceso una furiosa politica all’interno del Pd. Del resto, l’intervento dell’ex Presidente del Consiglio era stato seguito a breve giro da quelli di Michele Emiliano e Roberto Speranza, entrambi molto critici con il segretario in carica del partito, Matteo Renzi, ed entrambi orientati a spingere su una questione specifica: subito il Congresso, senza aspettare le elezioni.

Sul punto interviene nuovamente D’Alema, intervistato nel corso della trasmissione di RaiTre Carta Bianca: “Se si anticipano le elezioni, è necessario anticipare il congresso. Ed è chiaro che se Renzi non lo consentirebbe si aprirebbe una frattura interna al partito. Ha detto bene Emiliano, noi vogliamo un congresso, un grande partito che viene da tante ripetute sconfitte, Roma, Torino, Referendum, ne ha bisogno”. Per D’Alema la responsabilità di una eventuale scissione sarebbe interamente da addebitare a Renzi: “Se Renzi volesse sbaraccare tutto e chiedesse le dimissioni di Gentiloni, senza cambiare la legge elettorale, la reazione sarebbe una nuova lista”. Nella lettura dell’ex deputato pugliese, il problema, relativamente all’attuale Presidente del Consiglio, è che “Gentiloni dichiara di mettersi a disposizione delle direttive di Renzi, cosa che non dovrebbe fare perché il presidente del Consiglio dovrebbe rispondere ai cittadini italiani”.

Insomma, D’Alema rilancia la possibilità di dar vita a una nuova formazione politica: “Un nuovo e serio partito di sinistra supererebbe il 10% e poi successivamente si potrebbe anche alleare col Pd, avendo una propria forza e potendo condizionare, senza consegnarsi nella mani di un nuovo gruppo dirigente”. L'idea è che con il proporzionale puro converrebbe allearsi successivamente, senza che siano dispersi i voti degli elettori del centrosinistra. I rapporti con Renzi restano comunque molto tesi, come testimonia la stoccata che gli riserva nel finale: "Non penso a lui tutti i giorni, altrimenti mi rattristerei".

Renzi: "Per congresso si rispettano tempi e regole dello Statuto"

Nell'assemblea del Pd del 18 dicembre "mi è stato chiesto di non fare il congresso straordinario ma di rispettare la tempistica e le regole dello Statuto. Perché se uno fa parte di una comunità deve rispettarne le regole, no?". Così nella sua Enews Matteo Renzi ha risposto indirettamente a D'Alema e a chi invoca un congresso anticipato del Partito democratico. "Elezioni. Nei palazzi della politica non parlano d'altro. Sono temi che sento molto lontani. Non riesco a capire come si possa dedicare tanto tempo a questo dibattito. Dopo il referendum, purtroppo, non sarà facile governare l'Italia. La nostra proposta di semplificare il sistema è stata bocciata. Pertanto il problema non è con quale legge si vota, visto che questo interessa soprattutto agli addetti ai lavori che sognano un posto in Parlamento, ma quali idee si propongono", ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio.

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