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Cuba, il primo voto contrario al Parlamento è della nipote di Fidel Castro

Un voto di dissenso al Parlamento cubano non si era mai visto. Artefice è stata Mariela Castro, figlia del presidente Raul Castro, nonché nipote del Lider Maximo. Diritti degli omosessuali al centro della discussione.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è chi sostiene che un voto di dissenso nel Parlamento cubano, “asamblea del Poder Popular” (612 deputati), non si fosse mai visto. Almeno nessuno storico ne ha memoria. E’ stata la sessuologa Mariela Castro, figlia del presidente Raul Castro, nonché nipote del "lider maximo" Fidel, a votare contro un progetto di legge approvato tempo fa nel Parlamento cubano. La notizia è stata rivelata da Francisco Rodriguez, responsabile del blog  ‘Paquito quello di Cuba’, che ha sottolineato come che con il suo ‘no’ Mariela Castro, presidentessa del Centro Nazionale di Educazione Sessuale di Cuba e storico difensore dei diritti degli omosessuali e dei transessuali, si è schierata contro le nuove norme del “Codice del lavoro”, ritenendolo poco efficace in materia di discriminazione contro positivi all’Hiv e identità non eterosessuali.

Secondo la Castro, la legge non prevede “la certezza che i diritti di persone con una differente identità di genere venissero esplicitamente riconosciuti”. Va detto che la votazione si è tenuta a dicembre ma la vicenda del ‘no’ della Castro è stata resa nota solo in queste ore. “E' la prima volta che accade, senza dubbio", ha dichiarato alla Associated Press Carlos Alzugaray, storico ed ex diplomatico cubano. Secondo lo studioso Arturo Lopez-Levy, anche lui sentito dall'Ap, "è un primo passo che potrebbe aprire ad altre iniziative importanti". La stessa Castro avrebbe chiesto un'ulteriore discussione in Parlamento sul tema. Sul funzionamento del Parlamento e, in generale, del sistema democratico di Cuba, la Castro ha recentemente commentato che “ci sono stati dei miglioramenti nel modo in cui vengono discusse le cose al livello base, sul posto di lavoro e nelle riunioni dei sindacati e del partito. Credo però che abbiamo ancora bisogno di perfezionare la partecipazione democratica dei parlamentari all’interno dell’assemblea”.

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