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Crollano le vendite al dettaglio: mai così male dal 1990

Le vendite al dettaglio nel 2013 segnano un crollo del 2.1% rispetto all’anno precedente: è quanto rileva l’Istat, spiegando che si tratta del calo annuo più forte da 24 anni. A scendere anche gli alimentari.
A cura di S. P.
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Nel 2013 le vendite in Italia sono calate del 2,1% rispetto all'anno precedente. A comunicarlo è l'Istat, mostrando come la crisi non abbia abbandonato le famiglie. L’Istituto di statistica ha spiegato che si tratta del calo annuo più forte dall’inizio delle serie storiche comparabili, e cioè da almeno il 1990. Nessun settore si salva, compreso quello degli alimentari. Le vendite al dettaglio di prodotti alimentari nel 2013 segnano, infatti, una caduta dell’1.1% rispetto all’anno precedente. Si tratta del ribasso annuo più forte dal 2009, dunque da quattro anni. Cibo e bevande sono difatti i prodotti che fanno la differenza: per il resto, infatti, il ribasso è lo stesso del 2012 (-2.7%). Persino i farmaci segnano una riduzione del –2.4%. Altri ribassi si registrano, tra gli altri, per l’abbigliamento (-2.7%), le calzature (-3.0%), gli elettrodomestici (-3.1%) e i mobili (-3.2%).

Non bastano nemmeno le festività natalizie a risollevare gli acquisti. A dicembre 2013, infatti, le vendite sono calate dello 0,3% rispetto a novembre e del 2,6% su base annua. Gli unici a salvarsi nell’anno nero del commercio al dettaglio sono i discount alimentari, che nel corso del 2013 hanno registrato un aumento dell’1.6% nel valore delle vendite a fronte di una flessione dell’1.0% per l’intero comparto della grande distribuzione (-1.9% gli ipermercati e -1.3% i supermercati). Oltre alle vendite al dettaglio nel 2013 è crollata anche la fiducia dei consumatori, che a febbraio torna in segno meno nonostante il balzo di gennaio. Secondo l’Istat pesa la componente riferita alla situazione personale e familiare. Migliorano invece la fiducia per lo stato dell'economia e quella relativa al futuro.

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