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Crisi migranti, le misure UE: “Più poteri a Frontex e polizia Ue ai confini”

La proposta più interessante venuta fuori da lvertice Ue tra i ministri dei 28 sull’emergenza immigrati è sicuramente la creazione di una polizia di frontiera comune – marittima e terrestre – che aiuti le forze dell’ordine nazionali a controllare i propri confini nella gestione dei flussi migratori.
A cura di Biagio Chiariello
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 Creazione di un ufficio europeo per i rimpatri, rafforzamento di Frontex (l'agenzia per il controllo e la gestione delle frontiere esterne), investimenti per l'istituzione di un nuovo corpo di agenti guardie di frontiera. Sono i punti più importanti ai quali si è giunto nella riunione dei ministri dell'Interno dei Ventotto di ieri nel Lussemburgo. Allo stesso tempo, è stata espressa la necessità di dispiegare ufficiali di collegamento per "triplicare" il numero dei richiedenti asilo da ricollocare "già da adesso". Lo ha riferito il ministro degli Esteri del Lussemburgo e presidente di turno dell'Ue, Jean Asselborn. Ad ogni modo, ha avvertito il ministro, redistribuzione dei profughi, controllo delle frontiere e rimpatri devono avvenire di pari passo: "E' tutto collegato. Non ci sarà una sola misura a fare la differenza, ma solo le varie azioni nel loro insieme permetteranno di avere risultati nella gestione di flussi migratori". Nel breve termine, poi, l'Ue esplorerà le possibilità di “attività in loco”, da adottare "entro la fine del 2015", in Egitto, Etiopia, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Sudan, Turchia, Libano, Giordania e Pakistan.

Quella di istituire un corpo di agenti di frontiera dell'Ue, è sicuramente la novità principale. Sarebbe da costituire in due fasi, nel breve termine si vorrebbe imporre a tutti gli Stati membri di fornire un dato numero di mezzi e uomini per potenziare i controlli alla frontiera. Le speciali pattuglie lavoreranno "fino a un anno". Le guardie dovranno comunque operare sempre su richiesta del governo locale ma autonomamente rispetto alle sue forze di polizia. Una procedura che richiede la modifica delle regole comunitarie e, per alcuni Stati, anche della Costituzione nazionale. "E' la scelta per il futuro", afferma il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in una pausa dei lavori del consiglio Affari interni di Lussemburgo. "Crediamo che adesso l'Europa sia pronta per una scelta di questo genere". Per il titolare del Viminale "non esiste un'unione di Stati che abbia cancellato le frontiere interni, come abbiamo fatto noi con Schengen, e poi non abbia disegnato e presidiato quelle esterne". L'Italia è favorevole anche a un rafforzamento di Frontex: "Deve essere un'agenzia più consapevole del proprio ruolo, che prima deve salvare le persone in mare, e poi chiedere se sono migranti regolari o no".

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