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Cosa ricorderemo del 2013?

Le venti storie del 2013 che hanno segnato un anno difficile. Le venti storie che devono dare una speranza a chi lotta, ogni giorno, per un costruire un mondo migliore.
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Del 2013 ricorderemo facce e odori ma sopratutto foto e video dell'anno che ha segnato uno spartiacque nella storia d'Italia.

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Dall'exploit di Grillo fino alle elezioni politiche passando per la decadenza di Berlusconi e la prima rielezione di un Presidente della Repubblica; il 2013 è stato l'anno in cui il Parlamento si è dovuto  confrontare con la più grave crisi economica che ha investito l'Italia recente.

E' stato l'anno della fine delle ideologie: l'elezione di Matteo Renzi – il più giovane segretario di partito della storia d'Europa – e il boom del M5s hanno rinnovato il palcoscenico della politica.

Un anno costellato di eventi: alcuni tragici, altri emozionanti. Un anno fatto di bombe a Boston, di asteroidi sulla Russia ma anche di un Papa che viene “quasi dalla fine del mondo” e di un italiano, che per la prima volta, cammina nello spazio.

E' l'anno in cui l'uomo è ritornato sulla luna.

E' stato l'anno in cui abbiamo salutato Mandela: con lui se n'è andato un pezzo della bellezza di questo mondo.

Il mondo dell'arte, nel 2013, ha dato il suo addio a due grandi donne: Franca Rame e Mariangela Melato. La prima è stata una grande attrice di teatro e fervente combattente dei diritti. La seconda ha dato la sua anima e il suo volto al cinema italiano.

E' stato l'anno di un pianoforte che suona in mezzo a migliaia di manifestanti accampati a Getzy Park. Quel gesto, quella musica, hanno celebrato la bellezza di chi si alza e protesta contro un sopruso.

E' stato l'anno in cui l'Italia, sbeffeggiata nel mondo, ha rialzato la Concordia. Quella metafora del paese che si raddrizza ha invaso i giornali della nazione. In realtà, forse, è il simbolo dell'Italia che cerca di riparare i suoi stessi danni.

E' stato l'anno della Terra dei Fuochi. Del velo che si è alzato su 30 anni di inquinamento di un territorio. Inquinamento perpetrato ai danni dei cittadini campani, inquinamento che devastato una regione e la salute dei suoi abitanti.

E' stato l'anno di Papa Francesco. Del suo rapporto diretto con i fedeli di tutto il mondo. Delle sue telefonate. Un Papa che ha piegato le logiche della comunicazione per essere vicino alla gente.

E' stato l'anno di Federico Perna, morto in carcere nel silenzio delle istituzioni. La storia di Federico ha marcato gli animi di chi lavora in questo giornale. Le sue foto rimarranno nei nostri occhi e in quelle dei lettori.

Come rimarranno nei nostri occhi le fiamme alte di Città della Scienza e gli occhi sgranati del Sindaco De Magistris che, quasi per la prima volta, sente su di sé tutto il peso del suo ruolo.

E' stato l'anno di Paul Walker. Un attore deceduto in circostanze tragiche la cui morte ha colpito il mondo dei social network come null'altro prima.

Il 2013 è stato l'anno in cui è morto Giulio Andreotti. Si è spento un pomeriggio nella sua casa di Roma. Se n'è andato portandosi con sé tutti i segreti della Prima Repubblica.

E' stato l'anno di Clemente Russo che butta giù il suo avversario e alza il titolo di Campione del Mondo. Ma anche di Mennea che ci ha salutato. L'uomo che andava più veloce del vento se n'è andato così, senza clamore.

E' stato il 2013. Un anno intenso, pieno di contraddizioni e sofferenze. L'anno della crisi più profonda e dei giovani senza speranze. E' stato l'anno dell'emigrazione di massa.

E' stato l'anno di chi ha perso tutto, o quasi.

E' stato l'anno di chi conserva, in fondo al suo cuore, una speranza che le cose possano ancora cambiare.

Perché devono cambiare: perché c'è chi lo merita ancora.

Se lo meritano gli operai delle fabbriche che continuano a lavorare nelle catene di montaggio.

Se lo meritano i giovani di Istanbul che sono scesi in piazza contro la polizia.

Se lo meritano i ragazzi italiani laureati che impastano nelle pizzerie di Londra.

Se lo meritano i pescatori della Sicilia che ti insegano che il mare va rispettato.

Se lo meritano gli imprenditori che cercano strade nuove.

Se lo merita "el Pepe Mujica" che sogna un Sud America diverso.

Se lo meritano gli artisti, che nonostante i tagli alla cultura continuano a esibirsi nei teatri.

Se lo meritano le scorte e i giudici che ogni giorno si oppongono alle mafie.

Se lo mertiano i professori che si svegliano al mattino alla ricerca delle parole giuste da dire a quel ragazzo che crede che la scuola sia solo una perdita di tempo.

Se lo meritano le coppie omosessuali, bistrattate dai politici bigotti.

Se lo meritano i portatori di handicap che ogni giorno convivono con città in cui le barriere architettoniche sono il primo vero ostacolo.

Se lo meritano i carcerati che non hanno un numero di un Ministro.

Se lo meritano tutte quelle persone che ogni giorno combattono con gli orrori di questo Stato e le cui storie non sappiamo raccontare.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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