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Consulta, Grasso: “Elezione lunedì o problema diventa grave”

Il Presidente del Senato avverte: “Parlamento bloccato, bisogna trovare un accordo al più presto”.
A cura di Antonio Palma
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"Spero che domani si trovi una soluzione altrimenti il problema diventa ancora più grave", è quanto affermato oggi pomeriggio dal Presidente del Senato Pietro Grasso parlando dell'impasse del Parlamento per l’elezione dei membri della Corte costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura. Pur non entrando nel merito della questione "perché non partecipo alle scelte nella votazione", la seconda carica dello Stato ha tenuto a ribadire che bisogna fare presto come ha auspicato anche il Presidente della Repubblica. "Si è tentato di andare veloci e ad oltranza" ha sottolineato Grasso facendo riferimento alla scelta della Presidenza di Camera e Senato di andare avanti con le votazioni a oltranza, aggiungendo: "Continueremo su questa strada perché abbiamo bisogno di riprendere i lavori parlamentari in quanto le due camere non si possono fermare perché non si trovano degli accordi e delle intese".

"Ci sono decisioni urgenti da prendere"

Dopo il nulla di fatto delle votazione fin qui svolte, come sottolinea Grasso, il rischio ora è quello di bloccare le due Camere parlamentari. "Ci sono impegni urgenti da prendere per il Paese e non si possono rallentare in questo modo i lavori del Parlamento" ha ricordato infatti il Presidente del Senato a margine della presentazione del suo libro "Lezioni di mafia". Uno di questi è la riforma della giustizia che "è una cosa importante ed è una priorità per favorire anche gli investimenti e il riconoscimento del diritto perché in Italia il corso della giustizia civile è più lungo rispetto ad altri paesi". Grasso infine ha fatto anche un accenno alla questione della riduzione delle ferie dei magistrati. "Io so che tutti i giudici della Corte di Cassazione e tutti i giudici di merito hanno un tempo ulteriore di vacanza non per le ferie, ma per depositare i provvedimenti che hanno introitato l'ultimo giorno perché la motivazione della sentenza ti costringe poi a continuare il lavoro" ha spiegato il Presidente del Senato, concludendo: "Mantenuta questa necessità poi tutti gli altri che non hanno sentenze da fare possono allora veder ridotte le proprie ferie".

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