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Civati attacca Renzi: “Non è evoluzione del berlusconismo, è Berlusconi”

Il leader di Possibile: “Le condizioni degli italiani non sono cambiate. Renzi dice che noi siamo dei nemici perché non siamo possibili ma improbabili: secondo me è improbabile lui e sempre di più”.
A cura di Davide Falcioni
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Pippo Civati torna ad attaccare il Presidente del Consiglio. Parlando in occasione della giornata di chiusura del Politicamp di Possibile a Firenze il fuoriuscito del PD – a quanto pare intenzionato a riaggregare tutte le forze di sinistra del paese – ha dichiarato: "Quella di Renzi non è più neppure un'evoluzione del berlusconismo, è Berlusconi". Civati lo ha detto commentando la presunta "rivoluzione" di Renzi. "E' il titolo di tutti i giornali da due anni", ha affermato Civati, ma "le condizioni degli italiani non sono cambiate. Renzi dice che noi siamo dei nemici perché non siamo possibili ma improbabili: secondo me è improbabile lui e sempre di più".

Secondo Civati, malgrado il consenso ottenuto anche alle ultime elezioni regionali, oggi il PD sarebbe al minimo "perché non sta in nessun luogo, perché ha voluto recidere i rapporti valoriali di rappresentanza". Quello Democratico "è un partito pigliatutto che può anche non prendere niente. E' un destino terribile – ha concluso – di quelli come Renzi". E ancora: "La sinistra oggi non deve più uscire solo dai salotti ma anche dai divani, perché è peggiorata".

Rivolgendosi a Fassina, Cofferati e gli altri interlocutori di organizzazioni di sinistra Civati ha detto: "Va bene il programma, vanno bene le proposte di governo, e noi ne faremo sempre di più". Ma insieme bisogna anche fare la mobilitazione, "un soggetto politico perché altrimenti è una specie di anno Mille e la sinistra sarà unita dopo la morte". Il milanese ha quindi ribadito di non voler fare il leader di un nuovo soggetto politico: "Io non voglio fare il leader di un partito, voglio poterlo votare".

Duro contro Renzi anche Stefano Fassina, ultimo fuoriuscito del PD che ha bollato come "propagandistiche" le proposte del Presidente del Consiglio, fatte "senza neppure nominare l'evasione fiscale. Vorrebbe dire – ha aggiunto – tagliare asili nido, chiudere ospedali, aumentare ticket sanitari. Mi ricorda qualcuno e in genere negli ultimi anni abbiamo visto che quando si è in difficoltà, in disperazione, si promette di abolire la tassa sulla prima casa".

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