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Chiedeva sesso in cambio di voti alti, nuovi guai per prof di Torino: sorpreso con cocaina

Il docente, che era agli arresti domiciliari nella sua casa di Bologna ma da qualche giorno era in cura in una clinica, è stato bloccato a Torino mentre acquistava stupefacenti vicino alla facoltà di Giurisprudenza dove insegnava fino a poco tempo fa.
A cura di Susanna Picone
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È stato sorpreso dei carabinieri a comprare alcune dosi di cocaina nei pressi della Facoltà di Giurisprudenza di Torino dove fino a pochi mesi fa insegnava Diritto del lavoro L.S., il docente che lo scorso novembre è stato arrestato per tentata concussione per aver abusato del suo ruolo per chiedere favori sessuali a una studentessa in cambio di un voto alto alla tesi di laurea. Nuovi guai dunque per il professore “molestatore”, che nei giorni scorsi aveva ottenuto il permesso di farsi ricoverare in una clinica del Canavese (l’uomo non è mai andato in carcere ma sta scontando la sua pena agli arresti domiciliari nella sua casa di Bologna) e che si sarebbe allontanato per andare appunto a comprare la droga. Una pattuglia dei carabinieri lo ha sorpreso con tre dosi di cocaina in tasca, appena acquistate da uno spacciatore nei pressi di Lungo Dora Firenze. Il professore, che risulta ancora sospeso dall’insegnamento in Università, è stato fermato. Portato in Procura, mentre lo spacciatore è riuscito a dileguarsi, il docente è stato successivamente rilasciato.

Proseguono le indagini sui presunti favori sessuali chiesti a una studentessa – Nel frattempo vanno avanti le indagini, coordinate dal pm Gianfranco Colace, sulla tentata concussione che ha portato il docente agli arresti. Nei giorni scorsi sono state sentite altre ex studentesse del professore, circa una dozzina, più la garante di Facoltà che in estate aveva raccolto lo sfogo della ragazza che l’indagato seguiva per la tesi. Gli investigatori stanno cercando di capire se il professore abbia avuto comportamenti analoghi anche con altre ragazze oltre a quella che lo ha denunciato. Da parte sua il professore, prima di fronte al Gip e poi al pm, si è difeso dicendo che era stata la studentessa a contattarlo su alcune chat per appuntamenti e di non averla mai ricattata.

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