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‘Cazziare’, l’Accademia della Crusca sdogana il termine: “Appartiene a tutti”

Secondo gli esperti i termini “cazziare”, cazziatone” e cazziata” sono ormai d’uso comune. Il lemma, di origini napoletane, nascerebbe da una metafora sessuale e si è diffuso in tutta Italia grazie al servizio di leva obbligatorio nello scorso secolo.
A cura di Redazione Cultura
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Un frammento dal film "Fulla Metal Jacket" di Stanley Kubrick
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Per l'Accademia della Crusca il termine "cazziare", termine proveniente dal dialetto napoletano, è ormai d'uso comune ed è presente in tutti i vocabolari della lingua italiana, per cui può essere usato col significato di "rimproverare duramente". Sul proprio sito, i consulenti dell'Accademia hanno risposto al quesito posto da un utente che chiedeva se l'uso del termine dialettale è corretto o meno in italiano. E così la Crusca, pur ribadendo che si tratta di un termine volgare, di norma colloquiale, sottolinea che ad eccezione del Treccani 2014, tutti i principali vocabolari contemporanei registrano il verbo cazziare dal Gradit fino al Devoto-Oli, passando per il Sabatini-Coletti, lo Zingarelli e il Garzanti. Tuttavia, sottolineano gli esperti:

Curiosamente, la Treccani, pur non registrando il verbo cazziare nel suo vocabolario, lo utilizza nella sezione Sinonimi e Contrari come sinonimo “popolare” di sgridare. Alla stessa famiglia lessicale di cazziare appartengono il sostantivo cazziata ‘duro rimprovero’ e l’accrescitivo cazziatone, i quali sono però presenti nei dizionari già a partire dagli anni Ottanta del Novecento.

Secondo gli esperti, il verbo cazziare e il sostantivo cazziata sono parole d’origine meridionale, probabilmente partenopea. Il suo uso semantico in luogo di "rimproverare"nascerebbe da una metafora sessuale: il meridionale cazzià(re) è un verbo formato da ‘cazzo' più il suffisso iterativo-intensivo -ià(re), lo stesso di mazziare ‘colpire, picchiare’, da mazza.

La diffusione nazionale di cazziare, cazziata e cazziatone, sempre secondo la risposta al quesito posto dall'utente all'Accademia della Crusca, dipenderebbe dal servizio di leva ormai abolito. In un articolo del 1967 sulla lingua di caserma, Lorenzo Renzi registrava nel suo catalogo di parole gergali, il termine cazziare per ‘rimproverare, fare la ramanzina’ come "universale". Il verbo cazziare e il sostantivo cazziata, da cui cazziatone, sarebbero napoletanismi infilitrati nel vocabolario dei militari di tutta Italia nella seconda metà del Novecento.

Da qui questi termini si sono via via diffusi anche nell’uso comune, favoriti certamente dalla loro forza espressiva, anche se – ed è bene ripeterlo – sono da considerare (così come tante altre parole appartenenti alla stessa, ampissima, famiglia etimologica, quali cazzata, cazzuto, incazzarsi, ecc.) propri sì di un registro colloquiale, ma assai basso e volgare.

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