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Caso Yara: risarcimento di 9mila euro a Fikri per ingiusta detenzione

Il ragazzo marocchino passò tre giorni in carcere accusato di essere l’assassino di Yara a causa di una traduzione sbagliata di una intercettazione telefonica.
A cura di Antonio Palma
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Lo Stato italiano dovrà sborsare circa 9mila euro come risarcimento a Mohamed Fikri per ingiusta detenzione. Come racconta il Corriere della sera, infatti, è questa la cifra stabilita dalla Corte d’Appello di Brescia per il ragazzo marocchino che fu accusato di esser l'assassino di Yara Gambirasio. Fikri nel dicembre del 2010 infatti finì in carcere dopo essere stato arrestato dai carabinieri per l'omicidio della ragazzina di Brembate di Sopra. Come prova a suo carico gli inquirenti avevano usato la traduzione dell'intercettazione di una sua telefonata con i parenti in Marocco successivamente però rivelatasi completamente sbagliata. Dalla prima traduzione "Allah, perdonami, non l’ho uccisa io" si è passati infatti ad "Allah, facilitami in una partenza per il Marocco" che ha definitivamente scagionato Fikri. Nel mezzo però per Fikri c'è stata una lunga procedura giudiziaria con ben 16 traduzioni della frase che lo aveva incriminato, quattro udienze e vari accertamenti scientifici.

L'arresto di Fikri e la traduzione sbagliata

Dopo l'arresto su un traghetto salpato da Genova e diretto a Tangeri, Fikri trascorse in carcere tre giorni. L'uomo, che lavorava nel cantiere di Mapello dove i cani molecolari avevano trovato qualche traccia di Yara Gambirasio, appariva infatti il sospetto numero uno dopo l'intercettazione. Nel frattempo viene appurato che l’immigrato non stava scappando in Marocco, ma che era partito per un viaggio già programmato da tempo. Dopo la nuova traduzione il pm di Bergamo infine capisce lo sbaglio e chiede l’archiviazione per Fikri che verrà rilasciato con tanto di scuse. Anche una seconda telefonata a suo carico nella quale la fidanzata gli chiedeva “L’hanno uccisa davanti al cancello?" venne chiarita visto che il dialogo avvenne quando i Tg avevano già mostrato le immagini del cantiere di Mapello e l'attenzione e la curiosità sul caso era massima.

L'archiviazione dell'inchiesta a suo carico

Il 22 febbraio dello scorso anno infine su decisione del gip cadde l'accusa di omicidio, ma Fikri rimase indagato con l’accusa di favoreggiamento personale. Il calvario giudiziario finisce solo ad agosto 2013 quando venne cancellata dal gip anche l’ultima imputazione. "Di vittima ce n’è una, si chiama Yara. Io sento di aver subito un’ingiustizia ma per fortuna posso difendermi" aveva commentato poco tempo fa Fikri, ricordando che oltre ad essere stato sbattuto sui giornali e in tv, in quei giorni perse "L’onore, il lavoro, gli amici e Fathia, la donna che dovevo sposare, che distrutta da questa storia mi ha lasciato”.

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