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Caso Regeni, news sulle indagini

Caso Regeni, il consulente egiziano della famiglia è stato arrestato per 15 giorni

Arrestato per 15 giorni il consulente legale della famiglia Regeni in Egitto: Ibhrahim Metwaly è stato arrestato a causa dei suoi contatti con l’associazione che si occupa di persone scomparse nel suo Paese.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella giornata di ieri, martedì 12, alla fine di un'audizione al Copasir del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha toccato tutti i dossier della sicurezza nazionale, si è appresa la notizia che il consulente legale in Egitto della famiglia Regeni è stato arrestato. È stata un'Ong egiziana a confermarlo: Ibhrahim Metwaly è stato messo agli arresti, nella prigione di Tora al Cairo. La Procura della Sicurezza dello Stato ha deciso per lui una carcerazione preventiva di 15 giorni. L'accusa è di cospirazione contro lo Stato. Avrebbe collaborato con altre associazioni internazionali che si occupano di diritti umani. Allo scadere di questi 15 giorni probabilmente la convalida verrà rinnovata ancora, è difficile che con queste accuse possa essere rilasciato a breve.

Secondo l'Ong egiziana le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nell'abitazione dell'avvocato a Kafr El-Sheikh, sul delta del Nilo, e hanno distrutto il mobilio.

L'avvocato sembrava scomparso nel nulla, di lui si erano perse le tracce nella mattinata del 10 settembre, all'aeroporto del Cairo. L'uomo doveva recarsi a Ginevra, per una conferenza stampa delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti umani in Egitto: nella città svizzera però l'uomo non è mai arrivato. Avrebbe dovuto presentare una relazione sull'ultimo report dell'associazione Ecrf, Egyprian "Coordinamento egiziano dei diritti e delle libertà"  che si occupa anche delle sparizioni forzate in Egitto. Metwaly è il padre di un ragazzo sparito due anni fa, ed è e per questo che ha voluto unire le forze con altre famiglie di scomparsi. L'uomo ha anche fondato la "Lega delle famiglie di persone considerate disperse".

Anche l'ex premier Enrico Letta questa mattina in un'intervista rilasciata a Massimo Giannini su Radio Capital ha ricordato la necessità di trovare la verità sul caso Regeni, e ha parlato di "balletto inaccettabile" da parte delle autorità egiziane: "Su questo non credo ci possa essere realpolitik: bisogna reagire con fermezza. Le autorità egiziane hanno dimostrato di prenderci in giro e l'Italia non può farsi prendere in giro di fronte a una tragedia come questa".

Domani intanto si insidierà al Cairo l'ambasciatore Giampaolo Cantini che, come ha assicurato il premier Gentiloni, avrà il mandato di ottenere la massima collaborazione da parte delle autorità egiziane. La decisione di inviare il diplomatico in Egitto è stata difesa da Gentiloni, che ha detto: "Trovare la verità sull'uccisione di Giulio Regeni è un dovere di Stato".

Il sostegno delle ong egiziane all'avvocato

Ben sei ong egiziane hanno fatto sapere su Facebook di sostenere Ibhrahim Metwaly. Le organizzazioni si sono espresse pubblicamente con un comunicato, che è comparso sulla pagina del "Coordinamento egiziano dei diritti e delle libertà" (Ecrf), in cui si chiede la scarcerazione immediata del legale. Non è il primo caso che si verifica in Egitto: qualche settimana fa era stato arrestato anche Hanane Badreddin, membro della "Lega delle famiglie di persone considerate disperse". Questo episodio rivela la logica delle autorità egiziane, che cercano di impedire i contatti delle Ong egiziane con la comunità internazionale.

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