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Cantone: “La corruzione nasce dalla politica che continua a occuparsi di gare e appalti”

il presidente dell’Anac Raffaele Cantone, in un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, parla dell’inchiesta Consip: “L’unico modo per battere la corruzione è garantire agli imprenditori onesti ed estranei alla politica la possibilità di accedere agli appalti importanti, quelli che contano”.
A cura di Charlotte Matteini
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raffaele cantone

In un'intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, parla a tutto campo dell'indagine giudiziaria che sta scuotendo la politica italiana: l'inchiesta sugli appalti Consip, che coinvolge, tra gli altri,  il ministro dello Sport Luca Lotti, il padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi, e l'imprenditore campano Alfredo Romeo. "La politica continua a occuparsi di gare e appalti. La corruzione nasce qui", sostiene Cantone, addebitando in un certo qual modo la responsabilità dell'esistenza di un fenomeno corruttivo che attanaglia l'Italia proprio all'ingerenza classe politica. Secondo il presidente dell'Anac, l'inchiesta sugli appalti Consip rivelerebbe un solo episodio corruttivo e non l'esistenza di uno strutturato sistema di corruzione radicato all'interno della centrale acquisti della Pubblica Amministrazione, almeno allo stato attuale. "C'è un'indagine molto seria tra Napoli e Roma che ha fatto emergere allo stato un unico, seppur grave, episodio di corruzione che potrebbe lasciar intravedere altro. Per parlare di sistema c'è bisogno di attendere gli sviluppi giudiziari". "Il vero problema è che una parte della politica continua a occuparsi di appalti e gare pubbliche. Se questo non ci fosse tutto sommato avremmo una corruzione fisiologica", prosegue Cantone, sostenendo che l'unico modo per battere la corruzione – che in Italia è scardinabile, ma non in tempi brevi – è "garantire agli imprenditori onesti ed estranei alla politica la possibilità di accedere agli appalti importanti, quelli che contano".

Nel corso dell'intervista, Raffaele Cantone sostiene inoltre che per quanto riguarda, per esempio, la posizione dell'ex parlamentare Italo Bocchino, ci sarebbe molta ipocrisia sull'argomento "lobbying": "I grandi imprenditori hanno bisogno di utilizzare meccanismi lobbistici per promuovere la loro attività. Ma la parola lobby in Italia è sempre stata intesa in senso negativo perché non si è mai avuto il coraggio di affrontarla e regolarla", ha spiegato Cantone, aggiungendo inoltre che rispetto ai fatti, sui giornali sarebbero presenti "cose fantasiose": "Per esempio che mi avrebbe cercato Fini, falso perché per telefono non ci ho mai parlato, né l'ho mai incontrato tranne in un'occasione pubblica in cui ci siamo appena salutati. Quello poteva essere il loro intendimento, ma non ci sono riusciti. Su questo sfido chiunque a dimostrare che il tentativo di avvicinamento a me sia anche solo iniziato".

Proseguendo, il presidente dell'Anac ha spiegato: "Romeo ha partecipato e vinto gli appalti, in molti casi oggetto di ricorsi al Tar che li ha confermati. Romeo è stato assolto con formula piena nel caso Global Service. Se non ci sono condanne, un soggetto non può essere escluso. Il singolo può decidere di non frequentare un imprenditore chiacchierato, e l'uomo delle istituzioni fa bene a non farlo, ma sul piano formale il soggetto assolto è definitivamente riabilitato" e nonostante proprio Anac stessa avesse evidenziato anomalie nelle gare Consip di Romeo "si trattava di rischi che di per sé non erano tali da far pensare alla corruzione ".

Per quanto riguarda la posizione del ministro Lotti, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento, Cantone ha dichiarato: "non ho nulla da dire perché sono in ballo valutazioni politiche da cui è necessario che mi tenga lontano. In generale, come ho detto tante volte, non basta un avviso di garanzia per imporre il passo indietro, ma la politica deve valutare se i fatti, a prescindere perfino da interventi giudiziari, siano più o meno compatibili con ruoli di responsabilità per il Paese".

Dalle carte dell'inchiesta Consip emerge il tentativo da parte di Romeo di avvicinare Cantone, ma sul punto il presidente dell'Anac è molto chiaro: "Da quando sono magistrato sono attentissimo alle frequentazioni, non vado a feste, pranzi o cene con nessuno. I rapporti istituzionali sono sempre pubblici o passano per l'Anac. Al convengo del Cresme sono andato e ci tornerei perché si discuteva di un tema di grande interesse per l'Anac, c'erano relatori importanti, mi sono trattenuto per il mio intervento e sono andato via. Credo sia doveroso per una persona che ha la mia carica esprimere la propria opinione non certo in conventicole private ma in convegni pubblici. Quanto alla vicenda di mio fratello, Bruno ha avuto un incarico professionale per pochi mesi per aver conosciuto Romeo per via della vicinanza dei rispettivi studi, ma non si è mai occupato di vicende che neanche lontanamente interferivano con Anac. E io ne ho avuto notizia solo quando ne hanno parlato i giornali", conclude.

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