Cacciato da lavoro perché porta gli shorts d’estate, ci torna con un abito rosa da donna
Un’ondata di caldo, in questi giorni, sta interessando tutta l’Europa, non solo l'Italia. Lo sa bene Joey Barge, 20enne inglese, che, viste le temperature in Gran Bretagna diventate davvero insopportabili (si sono superati i 34°C), ha pensato di recarsi al lavoro con dei pantaloncini, nonostante il codice interno dell’azienda (un call center) lo proibisse. Come previsto, Joey è stato subito rimandato a casa. Lui però non si è dato per vinto.
Lunedì Joey, operatore telefonico presso un call center di Aylesbury, aveva pensato di indossare gli shorts in ufficio perché altrimenti non sarebbe riuscito a lavorare, visto il gran caldo. Prima di recarsi a lavoro, aveva postato su Twitter una foto in macchina con la didascalia: “Se le donne possono lavorare con le gonne, posso recarmi in ufficio con questi pantaloncini?”. La risposta negativa del suo capo, tuttavia, ha dissipato ogni dubbio. Ma piuttosto che indossare giacca, cravatta e pantaloni, Joey ha deciso di utilizzare un approccio piuttosto diverso. Sulla base della logica che le donne in ufficio possono indossare vestiti più leggeri, ha preso una gonna della madre, se l’è messa ed è tornato a lavoro.
Consapevole anche le leggi britanniche vietano severamente la discriminazione sessuale sul posto di lavoro, Joey quel giorno è rimasto al suo posto con un abitino rosa e nero: il suo boss infatti non l’ha mandato via, altrimenti sarebbe stato tacciato di discriminazione. Quindi l’immancabile tweet: “A causa delle temperature estremamente calde di questi giorni, è stato concordato che … i gentiluomini nell'ufficio sono autorizzati a indossare vestiti come questo". Il giorno dopo il suo capo, intuito il rischio di protesta ed emulazione da parte di altri dipendenti, ha cambiato il regolamento interno e ha ammesso i pantaloncini (“nero, blu o beige”) durante le giornate calde.