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Boeri: “Serve contributo di solidarietà ai giovani da parte dei pensionati più ricchi”

Il Presidente dell’Inps Tito Boeri spiega: “Sono state fatte delle concessioni eccessive in passato e queste concessioni eccessive oggi pesano sulle spalle dei contribuenti”.
A cura di Redazione
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È destinata a riaprirsi la polemica politica intorno alla possibilità che i pensionati più “ricchi” siano chiamati a versare l’ormai famoso “contributo di solidarietà”, in modo da permettere la stabilizzazione del sistema pensionistico italiano e magari per finanziare il nuovo meccanismo sulla flessibilità in uscita proposto dai vertici Inps. È il Presidente Tito Boeri a pronunciare parole decisamente significative: “Siccome son state fatte delle concessioni eccessive in passato e queste concessioni eccessive oggi pesano sulle spalle dei contribuenti, sarebbe opportuno andare per importi elevati a chiedere un contributo di solidarietà per i più giovani e anche per facilitare e rendere più facile anche a livello europeo questa uscita flessibile”.

Nella lettura di Boeri, insomma, sarebbe auspicabile un intervento in tal senso, che magari segua le “proposte articolate” fatte in questi ultimi mesi, che tengono conto anche dell’età e della decorrenza della prima pensione. Spiega il tecnico indicato dal Governo Renzi: “Quando si guarda anche agli importi pensionistici bisognerebbe sempre guardare da quanto tempo vengono percepiti questi importi. Possono essere anche importi limitati ma se uno li ha percepiti da quando aveva meno di 40 anni, chiaramente cumulandosi nel tempo vengono a stabilire un trasferimento di ricchezza pensionistica considerevole”.

Poi la chiosa, piuttosto significativa: “È un fatto di libertà. Ci sono delle persone che hanno dei piani individuali, per cui pensano a un certo punto di uscire dal mercato del lavoro verso il pensionamento. Se questa uscita è possibile concepirla in modo che sia sostenibile e non gravi sul futuro dei giovani, e non faccia aumentare il debito pensionistico, il che vuol dire fare delle riduzioni dell’importo delle pensioni per impedire che queste persone si avvantaggino rispetto a quanti lavorano più a lungo, se è possibile fare un intervento di questo tipo, è bene farlo”.

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