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Bersani lavora alla squadra di Governo: basterà il metodo Boldrini?

Il primo “risultato utile” portato a casa dal segretario del Partito Democratico apre la strada al più classico dei “totoministri”: ecco chi potrebbe far parte della squadra di Bersani.
A cura di Redazione
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L'idea è semplice: replicare quanto messo in atto nella giornata di sabato per l'elezione dei Presidenti di Camera e Senato anche nei passaggi che porteranno alla formazione del nuovo Governo. Il metodo "Boldrini", insomma. Detto in altre parole, Pier Luigi Bersani lavora già alla sua squadra di Governo cercando di seguire la logica del rinnovamento e della discontinuità con le esperienze precedenti e provando a stilare una rosa di "presentabilissimi", in grado di ottenere il consenso degli elettori del centrosinistra e di mettere con le spalle al muro sia il Movimento 5 Stelle che la componente centrista. Il percorso disegnato in tal senso da Bersani è chiaro: impostare un esecutivo intorno a nomi di grande prestigio, lontani dalla vecchia politica ed avulsi da logiche e schematismi tradizionali, con una piattaforma programmatica di grande impatto (i famosi otto punti, magari ampliati) che accolga le istanze di cui si fanno portavoce i 5 Stelle.

Un esecutivo "puro", dunque, in grado di ottenere il consenso dei centristi e di "dividere" (politicamente, si intende) il fronte già non più compatto dei 5 stelle. Non sarà semplice, ovviamente. Anche considerando la reazione furiosa di Beppe Grillo al primo cedimento dei senatori pentastellati. Ma per il momento Bersani pensa a concentrarsi sui nomi, provando a convincere dirigenti e militanti del suo partito della necessità di fare un ulteriore passo indietro e rinunciare a ruoli di primo piano in virtù dell'obiettivo finale. Così, dalla lista dei "papabili" spariranno probabilmente Letta, Fassina e i capigruppo Franceschini e Finocchiaro (che potrebbero conservare la loro carica alle Camere), in favore di "giovani e sorprese". A cominciare dai suoi fedelissimi Gotor e Orlando (che potrebbero essere proposti per Istruzione e Giustizia), fino ad un nome di garanzia anche per l'area lettiana come Francesco Boccia, per aprire poi decisamente alla cosiddetta società civile. I nomi sono quelli di Michela Marzano, Maria Chiara Carrozza ed Irene Tinagli (eletta con Scelta Civica ma apprezzata anche da parte dei democratici). Non mancano suggestioni più o meno concretizzabili come Alessandro Cecchi Paone, Salvatore Settis e Luciano Barca, mentre qualche commentatore ipotizza addirittura la possibilità di coinvolgere Roberto Saviano. Insomma, che davvero tutto possa dipendere dai nomi?

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